“State molto attenti a far piangere una donna, che poi Dio conta le sue lacrime! La donna è uscita dalla costola dell’uomo, non dai piedi perché dovesse essere pestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale, un po’ più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere amata”.
All’incontro cristiani-musulmano di
Brescia ho letto questo meraviglioso testo del Talmud, che commenta il racconto
della nascita della donna dall’uomo. Un racconto, quella della Genesi, di una
alta poesia, nella quale Dio si serve di questa immagina per far comprendere la
pari dignità tra uomo e donna, l’identità profonda tra i due; “Il mio amato è
mio e io sono sua”, potrà dire la sposa del Cantico dei Cantici.
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