sabato 17 novembre 2012

La Crocifissione di Tommaso di Piero del Trombetto: spettacolo nello spettacolo

La “sacra rappresentazione” de “I racconti di Cafarnao” ha attirato nel refettorio maggiore del Conservatorio di San Niccolò a Prato, un gran numero di persone. Non conoscevo nessuno. Tutti richiamati dall’evento. La compagnia teatrale ha coinvolto il pubblico e l’ha condotto lungo la narrazione con una costante tensione drammatica. Le parole forti di Gesù, ascoltate fuori dei contesti liturgici, a cui ormai sempre meno persone partecipano, hanno riacquistato tutta la loro forza travolgente.
Alla riuscita teatrale ha contribuito in maniera determinante la coreografia, lì fissata da più di 500 anni negli stradinari affreschi di Tommaso di Pietro del Trombetto. La crocifissione soprattutto, che domina la sala, mi ha attratto durante l’intero spettacolo. Non è la scena drammatica che siamo soliti vedere. È piuttosto una contemplazione del frutto della passione e morte del Cristo. Tutti personaggi, gli angeli, Maria, Giovanni, la Maddalena, Gesù stesso, sono avvolti da una serenità di Cielo. Potrebbe essere una Trasfigurazione, invece che una Crocifissione, o una Ascensione. Il Gesù in croce è giovane, bello, composto, irradiante luce taborica che si irradia sugli altri attorno a lui.
Mentre si svolgeva la rappresentazione continuavo a guardare l’affresco e mi pareva che le voci degli attori venissero da lì. Quel Cristo in croce, espressione dell’amore sommo, annuncio di resurrezione e di vita nuova, continua a parlare ancora, a rivolgerci parole di vita, che vengono dalla vita, spingono a vivere, danno vita.  Che non sia anche questa una maniera per una “nuova evangelizzazione”?

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