“Arrivò lo sposo”. Prima o poi arriva. Quando? Non lo sappiamo, ma
sarà sempre all’improvviso, quando meno ce lo aspettiamo. Per alcuni è un
incubo. Serpeggia ovunque la paura della morte perché essa non ha nome, è un
enigma, ti strappa da tutto ciò che ti è caro, dalla vita stessa, il più
prezioso dei beni. Eppure la morte, da quando Gesù è morto, ha ormai il suo
volto. Non viene più - perché non c’è più - quello scheletro vestito di nero,
con in mano la falce, che così spesso vediamo rappresentato a significare la
morte. Viene Gesù, atteso con impazienza, per l’incontro che ci introdurrà
nella casa della festa.
“Le vergini che erano pronte…”. Lo hanno aspettato con la lampada
accesa. La vita come attesa dello Sposo, preparazione all’incontro. Tutto fatto
bene, con cura, azione per azione, seguendo la sua volontà, così che quando egli
arriva tutto sia in ordine, a posto. La morte come incontro gioioso,
liberatorio.
“Quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora fede sulla
terra?”, si è chiesto Gesù una volta. Ha paura che ci dimentichiamo di lui, che
perdiamo la pazienza, la speranza, volgendo altrove la nostra attenzione e che
altri interessi prendano il sopravvento. Lo teme non per sé ma per noi, a cui
vuole bene: si preoccupa che non ci perdiamo nella morte eterna.
È l’amore l’olio che alimenta le lampade. Senza amore l’attesa si
affievolisce e si spegne. Alla Chiesa di Efeso fu rimproverato che aveva
perduto l’amore dei primi tempi. L’amore è vigilante, premuroso, attento… Questo?
Lo faccio per te. Quest’altro? Lo faccio per te. Per te che stai per venire,
che sei già lì dietro la porta, che mi fai battere il cuore…
“Entrarono con lui alle nozze”. Con lui! Quale dolce compagnia.
Entrano alla festa di nozze, la festa più bella a cui si possa partecipare qui
in terra, immagine più bella della festa senza fine del cielo. Ma la festa
vera, la più intima e profonda, è quell’essere “con lui”. È quanto ha promesso
al buon ladrone sulla croce: “Oggi sarai con me in paradiso”. “Con me”! È
questo il paradiso: stare con lui. Perché non possiamo iniziare a viverlo fin
da adesso?
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