Inizia qui a Bologna il convegno sulla mistica. La connotazione di esperienza “spirituale” data all’esperienza mistica potrebbe fare intendere che, poiché è provocata dallo Spirito, riguardi soltanto o soprattutto lo spirito e l’anima della persona interessata. Eppure nessuno come lo Spirito ha tanto a che fare con la materia: è lui che all’inizio della creazione trasforma il caos in cosmo; è lui che dà carne al Verbo nel grembo della Vergine Maria.
Così per l’esperienza
del “Paradiso’49”. Si tratta di una esperienza integrale, che coinvolge la
persona di Chiara in tutta la sua interezza, anche nella corporeità e
femminilità. Il primo scritto originario (datato 19 luglio 1949) annota un
effetto sensibile, corporeo, provocato direttamente dallo Spirito Santo, che
“ritocca” Chiara con un “bacio”, facendole “sentire” un forte male al cuore:
«Dopo aver rivelato in un tramonto meraviglioso ... lo Sposo, fui ritoccata
dallo Spirito Santo, al cui bacio sentii un forte male al cuore».
Troviamo qui due
elementi caratteristici dell’esperienza mistica, il bacio e il cuore. Il bacio,
con chiaro riferimento al Cantico dei cantici, si dà, come scrive san Giovanni
della Croce, «quando l’anima gode di questi beni divini con gustosa e intima
pace e con grande libertà di spirito» (Josè Damián, massimo conoscitore di san
Giovanni della Croce, mi dice che è una traduzione troppo libera... ma è
bella!).
In Chiara
l’esperienza di essere baciata è talmente profonda che produce un effetto
cardiaco, “un forte male al cuore”. Siamo, ancora una volta, in una
fenomenologia ben nota alla mistica. Si potrà ricordare, ad esempio, la
dilatazione del cuore di san Filippo Neri nella Pentecoste del 1544, quando
esclamò: «Basta Signore, basta perché mi moro».
Non mancano, negli
scritti di questo periodo, altri accenni alle conseguenze sul corpo: sospiri,
desiderio di sottrarsi alla visione perché troppo violenta, il cuore che sembra
scoppiare, sensazione di un fuoco ardente che brucia mente e cuore, fino al
paolino “cupio dissolvi”. L’esperienza è infatti talmente forte e coinvolgente
da voler essere allontanata. Nello stesso tempo è amata al punto da concludersi
con le parole: «Sposo mio dolcissimo, troppo bello è il Cielo e Tu come un
divino Amante, dopo le Mistiche Nozze ..., mi mostri i tuoi possessi che sono
miei! Non mi rimane che svenire in Te, che rimorire sul tuo Cuore, consumata
dal tuo amore! Mio Dio, ma perché? Perché a me tanto? Perché tanta Luce e tanto
Amore?».
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