«Voi non fatevi
chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti
fratelli».
Non finiremo mai di stare alla tua scuola, abbiamo ancora tanto da
imparare. Passano gli anni e rimaniamo discepoli della Sapienza. Che gioia
averti come maestro, tanto diverso da quelli che dicono e non fanno. Tu parli
con la vita introducendoci nella comunione con te, ci riveli la verità e ce ne
rendi partecipi. Più impariamo da te, più cresce il desiderio di conoscerti
ancora.
Che non ci sfiori la sufficienza al punto da crederci ormai
maestri e neppure l’arroganza degli arrivati nei confronti degli altri. Con
loro siamo semplici fratelli, condiscepoli. Frequentiamo uniti la tua scuola
aiutandoci e incoraggiandoci all’assiduità e alla costanza dell’apprendimento. Se
qualcosa possiamo fare per i nostri compagni è ricondurli a scuola quando la trascurano,
indirizzarli a te quando sono tentati di affidarsi ad altri maestri,
richiamarli all’attenzione quando si distraggono. Nella speranza che anche loro
facciano altrettanto con noi.
E
non chiamate “padre” nessuno sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro,
quello «celeste»
Che gioia sapere che abbiamo un Padre nel cielo. Siamo tutti
fratelli perché uno è il padre, il Padre tuo che tu hai dato a noi. Non siamo
orfani e neppure semplicemente trascurati. Abbiamo non soltanto un Padre, ma un
Padre che si prende cura di noi e ci custodisce. Se anche rimprovera e corregge
lo fa perché ci vuol bene, per il nostro bene.
Chi potrebbe ardire di prendere il suo posto nei confronti degli
altri, rendendoci con ciò paternalisti? Piuttosto che farci “padri”, uniamoci
in preghiera con i nostri fratelli per dire insieme: “Padre nostro che sei nei
cieli…” e a lui convergere, uniti.
«E
non fatevi chiamare “guida”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo».
Che bello essere guidato da te nel cammino della vita. Quante
difficoltà, quanti ostacoli si ergono davanti ogni giorno. A volte ci paiono
insormontabili, tanto da farci scoraggiare. Quanti sbandamenti ci fanno
deviare. Ma tu ti fai compagno di viaggio e nello stesso tempo ci precedi e ci
riporti sulla via. Tu sai la strada, conosci i terreni minati pericolosi, da
evitare, le scorciatoie che rendono spedito il cammino, i passaggi difficili e
bui che pure bisogna affrontare.
Che mai ci assalga la tentazione di avventurarci da soli, con la
presunzione di avere esperienza a sufficienza per battere la strada che piace a
noi, che ci sembra la più diritta e più sicura, o addirittura per dire agli
altri dove andare. Aiutiamoci piuttosto gli uni gli altri ad ascoltare la tua
voce, a discernerla tra i tanti falsi richiami, per seguire te
Grazie di cuore per questo bellissimo commento al vangelo che ci sprona a rimanere insieme alla scuola di Gesù RISORTO
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