Ho spesso l’impressione che Chiara si sia sbagliata – anche i mistici a volte sbagliano – nell’avermi chiamato a far parte di quel gruppo al quale leggeva le sue pagine più personali. Certamente l’ho delusa per la mia scarsa preparazione culturale e per la resistenza a lasciarmi condurre nella sua avventura.
Una volta ha paragonato i membri della Scuola Abbà a delle
fontanelle chiamate a dare ognuna la medesima sapienza, come fosse un’acqua
viva, colorata dalla competenza e creatività proprie di ciascuno. Quindi,
rivolgendosi verso di me, mi disse: “Questa fontanella non butta niente”.
Lo stesso giorno, altre parole sempre rivolte a me, a
testimoniare l’intrinseca bellezza dei suoi scritti mistici e la loro capacità
di trasformazione. Quando ce li leggeva, di tanto in tanto alzava lo sguardo
verso di noi. “Ci sono momenti – disse allora – nei quali, guardando padre
Fabio, mi sembra di vedere un angelo”. Gli angeli stanno in cielo. Chiara aveva
la capacità di introdurre nel suo paradiso. Gli angeli vengono in terra per
portare aria di cielo. Forse è questa la mia vocazione. Vorrei non disattenderla.
Potrebbe essere la conclusione della mia conferenza a
Bologna sabato prossimo...
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