L’incontro
dei vescovi continua con tanta luce. Anch’io proseguo con i miei piccoli
interventi. Cardinali, arcivescovi, nunzi, vescovi… tutti come i bambini del
Vangelo; uno spettacolo unico.
Oggi
abbiamo avuto la presidente dell’Opera, Maria Voce, che ci ha tenuto una conversazione
sulla Chiesa e lo Spirito Santo, oggetto di riflessione per tutto il Movimento
nel prossimo anno.
Mi è
sembrato di trovarmi nel cenacolo. La Chiesa era lì presente, quella gerarchica
e quella carismatica, gli apostoli e i profeti.
Mi è
risuonata in maniera tutta nuova la parola degli Atti: il vento dello Spirito “riempì
tutta la casa”; prima di diversi in lingue di fuoco aveva già tutto riempito;
davvero la Chiesa è piena di Spirito Santo, in tutte le sue realtà.
Intanto
il vescovo del luogo continua a fare gli onori di casa, con la regalità dei vescovi
principi suoi predecessori. Ci ha introdotti nella parte antica del castello,
dove le sale si susseguono una dopo l’altra ricche d’opere d’arte. La cappella,
con gli stucchi barocchi, è giustamente ambita per matrimoni e battesimi.
Alle
15.00, come ogni venerdì, ha suonato per cinque minuti, a ricordo della morte
di Gesù, la campana del castello, come quelle di ogni chiesa in Austria. Oggi la
conferenza episcopale ha dato un significato particolare a questo momento,
legandolo alla campagna nazionale della Caritas per la fame nel mondo. Così a
suonare la grande campana del castello questa volta sono stati alcuni vescovi
dell’Africa, il continente più colpito dalla fame.
Infine
abbiamo raggiunto la chiesa del paese vicino, sulla collina davanti a quella
del castello. Una località abitata da cinquemila anni. Vi sorgeva un tempio ad
una divinità locale, che poi ha ceduto il posto a un santuario mariano
riedificato più volte lungo i secoli.
Siamo
saliti ai piedi di Maria per vivere un particolare momento di comunione tra
tutti. Alla messa i vescovi hanno fatto tra di loro un particolare patto d’unità,
dichiarandosi pronti a dare la vita l’uno per l’altro… È sempre commovente
vedere come, al termine, si abbracciano tra di loro in una festa che non
vorrebbe mai finire. I Dodici ci sono ancora!
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