giovedì 12 luglio 2018

Gli Oblati in Kenya


Nel 1995 il vescovo di Meru incontrò p. Marcello Zago, superiore generale, e gli chiese Oblati per la sua diocesi. P. Marcello si rivolse agli Oblati canadesi: i primi tre arrivarono nel 1997 e iniziarono la missione di Kionyo, alle pendici del monte Kenya, tra le coltivazioni di tè. Vi erano pochi cattolici raccolti attorno a una decina di chiesette sparse sulla montagna. Non c’erano strade. Per 5 anni hanno lavorato sodo per costruire la comunità cristiana: visita alle famiglie, formazione dei catechisti, creazione di gruppi parrocchiali… 


Costruirono la prima scuola media totale del Kenya consentendo a tanti ragazzi poveri dei villaggi l’accesso allo studio, seguita da altre tre scuole e dalla prosecuzione degli studi superiori. Naturalmente costruirono cappelle, forni per le donne, una falegnameria, mulini, un centro di formazione per i giovani, sistemi idraulici per portare acqua potabile a 3.300 famiglie, cura dell’AIDS… Insomma tutto quello che ci si aspetta dai missionari. Lavoravano anche in unità con le altre Chiese cristiane.



Nel 1991, con l’arrivo di un secondo gruppo di missionari dal Canada iniziò una seconda missione a Igandene, fu aperta anche la casa di formazione a Meru. Nel 2004 i primi cinque giovani iniziarono il noviziato a Johannesburg in Sud Africa.
Nel 2013 la parrocchia di Kisaju, nella diocesi di Ngong, una cinquantina di chilometri a sud di Nairobi.
Oggi gli Oblati in Kenya sono una quindicina, più i giovani in formazione. Lavorano anche nella pastorale universitaria e come cappellani delle carceri e nella baraccopoli di Meru e di Nairobi.


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