Crepuscolo africano |
«Non è costui il falegname,
il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E
le sue sorelle, non stanno qui da noi?» (Mc 6, 1-6).
Com’è difficile riconoscere
Gesù nella normalità della vita. Finché seda le tempeste, guarisce i malati,
caccia i demoni e risuscita i morti lo si crede, ma quando passa per le strade
di casa, nei luoghi consueti di ogni giorno, uomo comune tra gente comune, come
riconoscere in lui il Figlio di Dio?
Ci scandalizziamo che i suoi
conterranei si siano scandalizzati di lui, ma come potevano accettare un
insegnamento di sapienza da uno di loro che per trent’anni aveva vissuto
semplicemente come uno dei tanti di una famiglia numerosa, senza segnalarsi in
niente di eccezionale?
È l’unico squarcio che il
Vangelo di Marco apre sul lungo periodo di Nazaret. I Vangeli apocrifi si sono
sbizzarriti a raccontare miracoli eccentrici da lui compiuti quand’era piccolo.
È normale, dal Figlio di Dio ci si aspettano sempre interventi grandiosi,
prodigi degni di nota. Invece i Vangeli canonici annotano che ha vissuto come
il più comune degli uomini, facendo della semplicità di ogni momento un evento
singolare e celando lo straordinario nell’ordinario della vita quotidiana.
Ci scandalizziamo che loro
si siano scandalizzati, ma noi non facciamo diversamente. Ha detto di
identificarti con poveri, malati, piccoli: «Tutto quello che avete fatto a loro
lo avete fatto a me». Alla prova dei fatti risulta difficile riconoscerlo. Lui,
Gesù? Lei, Gesù? Troppo brutto, trasandato, volgare…
Quelli di casa poi… Ci conosciamo
da troppo tempo, forse ci vogliamo bene davvero, ma il rapporto spesso rimane
soltanto umano, superficiale. Riconoscere Gesù proprio in lui o in lei di cui
so i difetti, le piccole manie…?
Rischiamo anche noi di
scandalizzarci di Gesù.
Gesù viene a casa nostra più
spesso di quanto pensiamo. Viene nella quotidianità dei piccoli gesti ripetuti,
non più gratificanti, nelle persone con le quali il rapporto si è fatto logoro.
Forse non c’è più l’incanto.
Eppure egli continui a farti
presente.
Ci vogliono occhi nuovi per
riconoscerlo, quelli occhi che a Nazaret non avevano.
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