sabato 7 luglio 2018

Presenza nascosta



Crepuscolo africano
«Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?» (Mc 6, 1-6).

Com’è difficile riconoscere Gesù nella normalità della vita. Finché seda le tempeste, guarisce i malati, caccia i demoni e risuscita i morti lo si crede, ma quando passa per le strade di casa, nei luoghi consueti di ogni giorno, uomo comune tra gente comune, come riconoscere in lui il Figlio di Dio?

Ci scandalizziamo che i suoi conterranei si siano scandalizzati di lui, ma come potevano accettare un insegnamento di sapienza da uno di loro che per trent’anni aveva vissuto semplicemente come uno dei tanti di una famiglia numerosa, senza segnalarsi in niente di eccezionale?
È l’unico squarcio che il Vangelo di Marco apre sul lungo periodo di Nazaret. I Vangeli apocrifi si sono sbizzarriti a raccontare miracoli eccentrici da lui compiuti quand’era piccolo. È normale, dal Figlio di Dio ci si aspettano sempre interventi grandiosi, prodigi degni di nota. Invece i Vangeli canonici annotano che ha vissuto come il più comune degli uomini, facendo della semplicità di ogni momento un evento singolare e celando lo straordinario nell’ordinario della vita quotidiana.

Ci scandalizziamo che loro si siano scandalizzati, ma noi non facciamo diversamente. Ha detto di identificarti con poveri, malati, piccoli: «Tutto quello che avete fatto a loro lo avete fatto a me». Alla prova dei fatti risulta difficile riconoscerlo. Lui, Gesù? Lei, Gesù? Troppo brutto, trasandato, volgare…
Quelli di casa poi… Ci conosciamo da troppo tempo, forse ci vogliamo bene davvero, ma il rapporto spesso rimane soltanto umano, superficiale. Riconoscere Gesù proprio in lui o in lei di cui so i difetti, le piccole manie…?
Rischiamo anche noi di scandalizzarci di Gesù.

Gesù viene a casa nostra più spesso di quanto pensiamo. Viene nella quotidianità dei piccoli gesti ripetuti, non più gratificanti, nelle persone con le quali il rapporto si è fatto logoro. Forse non c’è più l’incanto.
Eppure egli continui a farti presente.
Ci vogliono occhi nuovi per riconoscerlo, quelli occhi che a Nazaret non avevano.


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