«Dove potremo comprare il
pane perché costoro abbiano da mangiare?». Allora Gesù prese i pani e, dopo
aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei
pesci, quanto ne volevano. (Gv 6, 1-15).
C’era molta erba sulle
pendici del monte, un segno che avresti nutrito il tuo popolo, come un pastore
che porta il gregge in pascoli ubertosi.
Era l’imminenza della
Pasqua, un altro segno di quando, nell’ultima tua Pasqua, ci avresti nutrito
con il tuo stesso corpo e sangue.
Intanto la folla ha fame di
pane, il più elementare dei bisogni, quello che tutti li precede e li riassume.
Se si risolve questa
necessità, simbolo d’ogni necessità, si potranno facilmente risolvere anche le
altre.
Impossibile far fronte a una
tale situazione, ti risponde Filippo con realismo. È un problema troppo grande,
sfamare 5.000 uomini con niente. Non abbiamo i mezzi, non ci sono possibilità
di soluzione.
Rispondiamo così anche noi,
davanti ai tanti problemi che ci si pongono davanti. A volte ci vengono
domandate cose troppo grandi, davanti alle quali avvertiamo di non essere
all’altezza di poter rispondere. Ci sono situazioni personali, familiari,
sociali impossibili da risolvere. Verrebbe da disperarci.
Andrea ti risponde in
maniera ancora più realista: Sì, qualche risorsa ci sarebbe, ma è così
inadeguata al bisogno, che fa quasi sorridere. Le situazioni ci sorpassano
enormemente, non c’è proprio niente da sperare, ci riconosciamo troppo piccoli
e incapaci. Qualche denaro l’avrei, forse sette, come pani e pesci messi insieme,
ma qui ce ne vogliono più di duecento, parola di Filippo, che sa bene le risorse
necessarie per far fronte ai bisogni.
È stata una provocazione la
tua, vero? Volevi che dicessero ad alta voce che era proprio impossibile.
Provochi anche noi. Cosa possiamo fare quando gli eventi ci sorpassano e ci
sentiamo un nulla, non sappiamo da che parte voltarci?
Davanti al tuo
interrogativo, Filippo e Giacomo fanno la cosa giusta, ti guardano e silenziosi
pongono a te la domanda: come sfamare tanta gente? Come risolvere il problema?
È la mossa più intelligente.
Possiamo analizzare le
situazioni, possiamo anche disperarci davanti ai nostri limiti, ma poi non ci
resta che guardare te, sicuri che tu hai la soluzione: «Tutto è possibile a
Dio!». Sì, tutto ti è possibile, anche cambiare il nostro cuore, così duro e
ribelle; anche procurare il pane quotidiano con tutto quello che serve per la
vita; anche riportare l’armonia e l’unità in quella famiglia divisa… Tu arrivi
là dove noi non sappiamo, alle migliaia di persone vicine e lontane che
domandano un aiuto, il lavoro, la pace… Tu puoi!
Eppure per sfamare le folle
hai bisogno di cinque pani e di due pesci. È niente in confronto alle
necessità, ma quel niente ci vuole. Possediamo soltanto cinque pani e due
pesci, ma non possiamo tenerli per noi, dobbiamo darteli, darti il nostro
tutto. È poco, troppo poco, ma nelle tue mani si moltiplicherà. Tutto tu puoi,
ma vuoi il nostro piccolo dono, il nostro tutto.
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