In quel tempo, Gesù chiamò a
sé i Dodici e prese a mandarli a due a due… (Mc 6, 7-13)
Non sei più solo, Gesù, hai
altri con cui condividere la tua missione. Li hai chiamati perché stessero
stabilmente con te e, nello stesso tempo, per mandarli.
Quando creasti i Dodici
quello stare e quell’andare sembravano una contraddizione.
Come potevano rimanere con
te e insieme allontanarsi da te per annunciare la buona novella? Oggi è chiaro,
li mandi a due a due perché bastano due persone perché tu sia con loro: «Dove
due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (cf. Mt 18,
20). Quando i due partono non si allontanano da te, ma ti portano con loro e
hanno il tuo stesso potere. La tua presenza li rende sicuri e forti.
Per questo non hanno bisogno
di niente per il compimento della loro missione. Se hanno te e la tua forza, di
cosa altro hanno bisogno? Non debbono riporre la fiducia in strumenti potenti,
in apparati organizzativi, ma soltanto in te. David, prima di andare contro
Golia, si tolse l’armatura pesante che Saul gli aveva messo indosso, e
incontrando il Filisteo proclamò: «Io vengo a te nel nome del Signore degli
eserciti» (1 Sam 17, 45). Gedeone dovette sbarazzarsi del forte esercito
di più di 20.000 uomini fino a ridurli a 300, altrimenti si poteva pensare che
la vittoria sarebbe stata dell’esercito numeroso e non di Dio.
La missione dei Dodici
continua la tua, e tu non sei venuto con schiere di angeli, ma nell’umiltà e
nella povertà della condizione umana. Anche per i Dodici nessuna attrezzatura
sofisticata o potenti supporti finanziari. «Il nostro aiuto è nel nome del Signore
che ha fatto cielo e terra», potevano ripetere con il Salmo 124. Erano uniti
nel tuo nome, ti avevano tra di loro.
Erano necessari il bastone e
i sandali, perché avrebbero dovuto percorrere tanta strada, andare a tutte le
genti e continuare a camminare lungo i secoli, per preparare la tua ultima
venuta alla fine dei tempi.
Quel mandato adesso lo
rimetti nelle nostre mani. Ci chiami e ci invii tutti, senza distinzione, come
tuoi missionari, rendendoci partecipi della missione che il Padre ti ha
affidato. Anche noi dobbiamo sconfiggere il male, prenderci cura degli
ammalati, dei poveri, degli ultimi, invitare alla conversione, indirizzare
verso di te, convergere verso il Regno dei cieli. Anche a noi “comandi” – il
tuo non è un semplice invito, un suggerimento, ma un ordine – di non affidarci
a strutture operative potenti come fanno le imprese e le grandi organizzazioni
per imporre il proprio mercato.
Per compiere la “tua”
missione, abbiamo bisogno di te, che sia tu a compierla. Per questo mandi anche
noi «a due a due», perché solo così sarai in mezzo a noi e, ovunque andremo, ti
porteremo con noi e lasceremo che sia tu a parlare e a operare. Da questo
sapranno che siamo tuoi discepoli, se avremo amore tra di noi (cf. Gv 13,
35).
Nessun commento:
Posta un commento