Ideali
che sbiadiscono? Come tenere viva la fiamma? Prima di entrare in merito torniamo
alle nozze di Cana.
L’attesa messianica si era affievolita, ormai protrattasi per troppo tempo. Era venuta meno la speranza o si è distorta. È questo il vino che manca a Cana: la novità evangelica capace di sconvolgere la vita, la comunione col Cielo che inonda il cuore, la fratellanza tra tutti che rinnova i rapporti, la pienezza del gaudio che riempia il cuore.
Nessuno
lo sapeva ancora, ma il tempo della manifestazione di Dio, del compimento delle
promesse, dell’esaudimento dell’attesa era finalmente giunto. Era il tempo del vino
nuovo. Soltanto una persona lo sapeva, la Madre, che conserva in cuore i
misteri. Era giunta a Cana prima di Gesù, per preparargli la strada. L’amore l’aveva
reso attenta. Sa cogliere la penuria e il disagio. È un amore concreto, il suo,
di madre: «Non hanno più vino». Che Gesù renda noto a tutti che il tempo è
giunto, e lo mostri col primo dei suoi segni!
Oggi
come allora abbiamo bisogno della presenza premurosa di Maria alla nostra mensa.
L’acqua incolore del nostro monotono vivere quotidiano, della dispersione nella
banalità, della cattiveria, domanda di essere cambiata in vino di esultanza e in
fuoco di ardimento. Maria vede i poveri della terra, i soli, e gli odi, i
soprusi, le violenze, le guerre... Col cuore e lo sguardo immacolati, sa vedere
e capire. Intercede ancora per noi. Bussa di nuovo alla sorgente della vita e
spilla il vino nuovo.
A
noi seguire la sua indicazione: «Fate quello che vi dirà». È l’ultima sua
parola registrata dai Vangeli, con la quale ci indirizza a Gesù. A volte le parole
di Gesù possono sembrare un assurdo, come dovettero sembrare ai servi:
attingere acqua e offrirla come fosse vino? «Fate quello che vi dirà», continua
a ripetere Maria, senza esitazione, senza paura, con piena fiducia.
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