Anche
quest’anno ho visitato i 100 presepi esposti sotto il Colonnato di san Pietro. È
sempre un’esperienza bella, sia per la creatività che suscita il mistero della
nascita di Gesù, sia per la passione con la quale i presepi sono realizzati.
Alcuni sono più riusciti degli altri. Alcuni sono semplicemente dei giochi,
come far nascere Gesù in una caffettiera moka. Altri sono frutto di
interpretazioni meditate, come la scelta di ambientare il presepe in una bidonville.
Dietro vi è comunque sempre un interesse per quell’evento, che mette in modo la
fantasia, il cuore, la pietà, la fede…
Più
complesso e ricco il presepe allestito nel chiesino di via Garibaldi, in centro
a Prato. Nasce da una passione coltivata da una vita: Serena ha collezionato per
anni oggetti per ricreare l’ambiente presepiale: fusti di edere rampicanti, antichi
tronchi di ulivo, conchiglie, pietre rare… E soprattutto i personaggi, per
la quasi totalità di cartapesta, di artigiani famosi che hanno lavorato nella
prima metà del 1900, di provenienza toscana o milanese.
L’ambiente
che accoglie il presepe è suggestivo di per sé: l’oratorio, fondato nel Trecento
e poi ristrutturato alla fine del XV secolo. Dedicato a san Ludovico e alla
Madonna del Buonconsiglio, è arricchito da terrecotte invetriate della bottega
fiorentina di Andrea della Robbia. Ma in questi giorni cede l’attenzione al
presepe, che si articola in numerose scene. Si apre con una dolcissima Annunciazione,
che colloca Maria nel tabernacolo ligneo e l’angelo annunziante discretamente
in attesa sulla porta. Poi il paese di Nazaret, il cammino dei Magi, la reggia
di Erode, il campo dei pastori, la cittadina di Betlemme, i diversi mestieri
distribuiti in vari quadri, fornai, acquaioli, lavandaie, pescatori,
allevatori, contadini, ma anche i vari gruppi familiari… fino a giungere al
luogo della natività, centrale, armonioso e complesso.
Da
cogliere nell’insieme e da ammirare nei mille particolari. Ieri sul blog
dedicato alla “Costanza” dei Magi ho messo la foto di una popolana che corre
verso il presepe con un pollo in una mano e un cesto nell’altra: ha un volto
radioso, è un autentico capolavoro.
Complimenti.
Una tradizione da conservare. Aiuta a contemplare.
Buonasera Padre Fabio, il suo articolo mi ha fatto commuovere...lei ha visto oltre ciò che stava guardando. Grazie, il suo è il più bel complimento che potessi ricevere!! Buon proseguimento. Serena
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