L’avevo
sempre trovata chiusa. Finalmente sono potuto entrare nella chiesa di Santa
Maria in Cappella. Risale all’anno mille, su costruzioni dell’era precristiana.
Papa Urbano II, cacciato dal Laterano da un antipapa, l’aveva scelta come sua
sede dove riuniva il Collegio cardinalizio. Una chiesa piccola ma con una
grande storia. È uno di quei gioielli nascosti nel cuore di Trastevere che ha
tesori artistici da mostrare e aneddoti infiniti da raccontare. Entri e ti
trovi in un altro mondo.
Ciò che
più mi ha colpito è la commistione tra liturgia e assistenza agli ultimi.
Essendo vicina al porto di Ripa Grande la chiesa ospitava anche un ospedale
voluto dalla famiglia Ponziani, la famiglia del marito di Francesca Romana.
Fino alla nascita del nuovo ospedale nel 1800 la navata nord della chiesa era
destinata al ricovero dei pellegrini, poveri e ammalati che si riversavano in
città e vi erano dei veri e propri letti destinati a loro. Francesca Romana
continuò l’opera del suocero dedicandosi agli infermi in questo e in altri
ospedali per circa 30 anni. Cercava personalmente i sacerdoti e i medici
affinché si recassero dai malati.
A
ricordo di quegli anni nella navata sinistra ci sono ancora dei pagliericci,
che danno un’idea di come doveva essere la chiesa per tanti secoli. La chiesa “casa
di Dio”? Sì, anche se Dio non ha bisogno di case. Piuttosto la chiesa “casa del
popolo di Dio”, capace di accogliere in permanenza pellegrini, poveri, malati...
La “Chiesa ospedale di campo” non è un’invenzione di papa Francesco.
Nessun commento:
Posta un commento