“Eravamo partiti che volevamo la rivoluzione mondiale, poi ci siamo accontentati della rivoluzione in Italia, e poi di alcune riforme e poi di partecipare al Governo, e poi di non esserne cacciati. Eccoci ormai sulla difensiva: domani saremo ridotti a combattere per l’esistenza di un partito, e poi magari di un gruppo o di un gruppetto, e poi, chissà forse per le nostre persone, per il nostro onore e la nostra anima: cose sempre più piccole e più lontane, e un’astratta passione, sempre uguale, triste: ma vedrai che andrà così”.
Così il
protagonista de L’orologio, di Primo Levi, nel momento in cui – siamo nel
1945 – il Ferruccio Parri si dimette da presidente del Consiglio.
Mi
hanno fatto una certa impressione leggere adesso queste parole. Sembra la parabola di tanti
ideali, come il mondo unito, evangelizzare fino ai confini della terra,
promuovere la fraternità universale... Ideali che rischiano di sbiadire, di
rimpicciolire, fino all’implosione, al ripiegamento su se stessi, alla salvaguardia
dei propri interessi.
Come
tenere viva la fiamma? Ne parliamo nei prossimi giorni.
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