Il dagherrotipo è stato il primo processo fotografico nella storia della fotografia dal 1839 al 1860. Prende il nome dall’inventore Louis Jacques Mandé Daguerre e consiste in un’immagine unica su lastra di rame argentato.
In
archivio ne conserviamo uno di sant’Eugenio de Mazenod. Che sia quello fatto da
una delle postulanti delle suore di san Giuseppe dell’Apparizione?
Oggi è la festa di san Bartolomeo, ma come ogni giorno, i santi del calendario sono numerosi. Oggi ad esempio è anche la festa di santa Giovanna Antida Thouret. Ma la santa che oggi ha più attirato la mia attenzione è Emilia de Viallar. Già, chi era costei? Dal mio punto di vista, diciamo semplicemente che era una grande amica di sant’Eugenio.
Dopo aver fondato le
Suore dell’Apparizione ha aperto tante case a Malta, Cipro, Tripoli, Beirut, andando
fino in Australia. Ma ha avuto tante difficoltà da parte dei vescovi presso i quali
ha vissuto, a cominciare da quello di Algeri e da quello di Tolosa, che
volevano mettere le mani nelle Costituzioni e orientare a loro modo la nuova
famiglia religiosa. Finalmente Madre Emilia emigra a Marsiglia dove trova sant’Eugenio
che, come scrive il primo biografo della santa, «l’accolse di tutto cuore e la
comprese… e sempre la sostenne in tutte le sue iniziative, grazie alla sua intelligenza
delle cose di Dio e alla sua squisita carità». Approvò le Costituzioni e face
in modo che l’Istituto ricevesse l’approvazione dal governo. Santa Emilia de Viallar
rimase a Marsiglia dal 1852 al 1856, anno della sua morte.
Il 28 marzo 1854 ella
scrive a una delle sue suore: «Il vescovo è venuto a celebrare e a dare la
cresima ad alcune delle nostre; poi ha parlato delle nostre care missionarie
con grande zelo e ha dato lui stesso l’abito di vestizione. È per noi un vero
padre. Siccome una postulante fa dei ritratti con il dagherrotipo, il vescovo
ha volentieri acconsentito alle nostre richieste e ci ha lasciato prendere il
suo ritratto. Mons. de Mazenod ha poi chiesto alla postulante di fare dei
ritratti dei padri che partono in missione perché vuole la loro immagine sotto
gli occhi “per averla sempre in cuore”».
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