martedì 24 agosto 2021

Un dagherrotipo di sant’Eugenio de Mazenod

 



Il dagherrotipo è stato il primo processo fotografico nella storia della fotografia dal 1839 al 1860. Prende il nome dall’inventore Louis Jacques Mandé Daguerre e consiste in un’immagine unica su lastra di rame argentato.

In archivio ne conserviamo uno di sant’Eugenio de Mazenod. Che sia quello fatto da una delle postulanti delle suore di san Giuseppe dell’Apparizione?

Oggi è la festa di san Bartolomeo, ma come ogni giorno, i santi del calendario sono numerosi. Oggi ad esempio è anche la festa di santa Giovanna Antida Thouret. Ma la santa che oggi ha più attirato la mia attenzione è Emilia de Viallar. Già, chi era costei? Dal mio punto di vista, diciamo semplicemente che era una grande amica di sant’Eugenio.

Dopo aver fondato le Suore dell’Apparizione ha aperto tante case a Malta, Cipro, Tripoli, Beirut, andando fino in Australia. Ma ha avuto tante difficoltà da parte dei vescovi presso i quali ha vissuto, a cominciare da quello di Algeri e da quello di Tolosa, che volevano mettere le mani nelle Costituzioni e orientare a loro modo la nuova famiglia religiosa. Finalmente Madre Emilia emigra a Marsiglia dove trova sant’Eugenio che, come scrive il primo biografo della santa, «l’accolse di tutto cuore e la comprese… e sempre la sostenne in tutte le sue iniziative, grazie alla sua intelligenza delle cose di Dio e alla sua squisita carità». Approvò le Costituzioni e face in modo che l’Istituto ricevesse l’approvazione dal governo. Santa Emilia de Viallar rimase a Marsiglia dal 1852 al 1856, anno della sua morte.



Il 28 marzo 1854 ella scrive a una delle sue suore: «Il vescovo è venuto a celebrare e a dare la cresima ad alcune delle nostre; poi ha parlato delle nostre care missionarie con grande zelo e ha dato lui stesso l’abito di vestizione. È per noi un vero padre. Siccome una postulante fa dei ritratti con il dagherrotipo, il vescovo ha volentieri acconsentito alle nostre richieste e ci ha lasciato prendere il suo ritratto. Mons. de Mazenod ha poi chiesto alla postulante di fare dei ritratti dei padri che partono in missione perché vuole la loro immagine sotto gli occhi “per averla sempre in cuore”».

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