Eccomi nuovamente a St Pierre
de Chartreuse, vicino a Grenoble. Domenica ho iniziato a guidare una settimana di
ritiro a un gruppo abbastanza vario come tipologia di persone. Il mese scorso ero qui con famiglie giovani e ragazzi, adesso, con i nonni e le nonne. Come al solito
ho preparato il libretto con le meditazioni in modo che ognuno abbia la sua
copia e possa seguire meglio.
Mi sono venute in mente due immagini per descrivere il
ritiro: gli occhi chiusi e la barca.
L’altra immagine è quella della barca, la barca sulla
quale Gesù invitò i suoi a salire per riposarsi: «Egli disse loro: “Venite in
disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’”… Allora andarono
con la barca verso un luogo deserto, in disparte…” (Mc 6, 31-32). Bisognerebbe
farlo in barca il ritiro (io invece vengo a farlo in montagna!). Chi è stato
sul lago di Genezaret non può più dimenticare l’esperienza di pace che si prova
quando la barca si ferma in mezzo alle acque. Il ritiro è un momento di “riposo”,
ma un momento vissuto insieme, con Gesù tra noi: è lui il nostro riposo. Gesù
portò fuori i suoi, in un luogo deserto, come quando Dio condusse il suo popolo
fuori dall’Egitto per fargli ascoltare la sua parola, per nutrirlo con la
manna, per dissetarlo con l’acqua dalla roccia. È come se Gesù ripetesse le
parole del profeta Osea: «Ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e
parlerò al suo cuore». È un atto di predilezione il ritiro: «Venite in
disparte, voi soli». Poi riappare la folla e riprende la predicazione e segue
la moltiplicazione dei pani… Sì, ma dopo il “ritiro”.
Nessun commento:
Posta un commento