giovedì 19 agosto 2021

Questo è il mio corpo


All’inizio della meditazione del mattino ho chiesto se qualche signora poteva dirci il menu del pranzo di nozze di uno dei suoi figli. Quattro hanno raccontato. Siamo molto lontani dai nostri pranzi di nozze italiani; c’è sempre da imparare. “E il pane c’era?”, ho chiesto. “Certo!”. “E perché non l’avete detto?”. Già, il pane. È così normale, così quotidiano che a nessuno viene in mente di nominarlo quando si racconta di un pranzo. Anche qui, questi giorni, nel menu affisso all’entrata della sala da pranzo, non si legge mai che ci sarà il pane.

Anche nell’ultima cena di Gesù doveva esserci un buon menu, con agnello arrosto, erbe varie… eppure Gesù, per fare l’Eucaristia, prese il pane, l’alimento più usuale, quello che aveva insegnato a chiedere nel Padre nostro: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”. È così che ho iniziato la meditazione sull’Eucaristia, alimento d’ogni giorno, cibo normale…

Gesù non ha poi detto questo pane è la mia anima, il mio spirito, la mia parola… Ha detto “è il mio corpo”. Il suo corpo per il nostro corpo. Non vuole salvare soltanto la nostra anima, ma la nostra persona nella sua totalità, fino alla risurrezione della carne. Lui stesso, Verbo di Dio, s’è fatto “carne”. Che valore alto acquista il nostro corpo, così com’è, con le sue debolezze, le violenze subite, le sue ferite… La nostra storia è inscritta nel nostro corpo e il corpo di Gesù si congiunge al nostro corpo, lo assume, nella reciprocità del dono. Che valore il corpo! Con esso è tutta la creazione che torna al suo Creatore.

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