sabato 28 agosto 2021

Coerenza o conversione del cuore?


“Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”. È quindi ipocrita.

Ipocrita: “Così appellarono i greci un Attore, il quale colla voce e col gesto imitava e rappresentava un qualche estraneo personaggio…”. È quanto leggiamo nel leggendario Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana di Ottorino Pianigiani.

Quando pensiamo all’ipocrita difficilmente viene alla mente l’attore, colui che, letteralmente "interpreta un personaggio sotto la maschera": ypo-krites! Eppure questa immagine è efficace. Si gioca una parte che non è la nostra. Gesù denuncia la schizofrenia di chi di chi si comporta in maniera diversa da quello che è. Cosa che ci capita spesso. Chissà cosa c’è davvero nel cuore, dietro la maschera. E Dio guarda il cuore, non l’apparenza.

Verrebbe da pensare che il centro del discorso di Gesù sia la coerenza, ma la cosa non funziona sempre: se fossimo coerente col cuore chissà che disastro il nostro
comportamento! L’elenco dei sentimenti che albergano il cuore umano è deludente:
“impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza”.

Mi sembra che il messaggio di Gesù punti direttamente al cuore, prima ancora che alla coerenza di vita: alla conversione del cuore. A quell’elenco negativo, Paolo può così proporre l’immagine di un cuore rinnovato dallo Spirito Santo:  amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; (Gal 5, 22).

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