domenica 7 giugno 2020

L'orazione: contemplazione dei misteri di Cristo


“apprendre… ce que c’est que Jésus Christ”.
https://fabiociardi.blogspot.com/2020/06/far-comprendere-e-comprendere-chi-e.html

Ap-prendere vuol dire semplicemente prendere, afferrare, preceduto ad un ad intensivo, che indica il protendersi in avanti per afferrare…
Viene in mente Paolo quando parla della “sublimità della conoscenza di Gesù Cristo” per raggiungere la quale lascia tutto, così da “guadagnare Cristo”: “Mi sforzo di correre per conquistare la mèta, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù” (Fil 3, 8-12).
Insegnare chi è Cristo, imparare chi è Cristo… apprendere Cristo.
Dove? Ce lo siamo detti. La preghiera è uno dei luoghi privilegiati di apprendimento. Per l’Oblato è soprattutto l’orazione della sera.
E cosa si fa durante questa “preghiera silenziosa e prolungata”?
Nella Regola sant’Eugenio de Mazenod chiedeva di contemplare “le virtù di Nostro Signore Gesù Cristo, che i membri della Compagnia devono riprodurre al vivo in se stessi”, fino a “imitare in tutto gli esempi di nostro Signore Gesù Cristo”, così da “cercare di diventare altri Gesù Cristo”.

Eugenio pensava a un “pittore che copia il modello”. Cosa fa l’artista? “Mette il modello nella sua luce migliore, lo guarda attentamente, lo fissa, cerca di imprimere l’immagine nel suo spirito, traccia poi sul foglio o sulla tela alcune linee che confronta con l’originale, le corregge se non sono esattamente conformi, altrimenti continua”. Nella sua contemplazione egli faceva lo stesso con Cristo l’“amabile modello al quale debbo e voglio con la sua grazia conformarmi. L’ho considerato come mio Redentore, mio Capo, mio Re, mio Maestro e mio Giudice”.
Gesù come modello, come esempio: “Vi ho dato l ‘esempio, perché come ho fatto io facciate anche voi” (Gv 13, 15). “Cristo vi ha lasciato un esempio, perché ne seguiate le orme” (1 Pt 2, 21). Fino ad avere “gli stessi sentimenti di Cristo” (Rm 15, 5; Fil 2, 5).

Cos’è dunque l’orazione per l’Oblato? La contemplazione dei misteri di Gesù.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica (520-521) ricorda che
Durante tutta la sua vita, Gesù si mostra come nostro modello (cf Rm 15, 5; Fil 2, 5): è “l'uomo perfetto” che ci invita a diventare suoi discepoli e a seguirlo; con il suo abbassamento, ci ha dato un esempio da imitare (cf Gv 13,15),  con la sua preghiera, attira alla preghiera, con la sua povertà, chiama ad accettare liberamente la spogliazione e le persecuzioni.
Tutto ciò che Cristo ha vissuto, egli fa sì che noi possiamo viverlo in lui e che egli lo viva in noi. “Con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo a ogni uomo”. Siamo chiamati a formare una cosa sola con lui; egli ci fa comunicare come membra del suo corpo a ciò che ha vissuto nella sua carne per noi e come nostro modello: “Noi dobbiamo sviluppare continuamente in noi e, in fine, completare gli stati e i misteri di Gesù. Dobbiamo poi pregarlo che li porti lui stesso a compimento in noi e in tutta la sua Chiesa. [...] Il Figlio di Dio desidera una certa partecipazione e come un'estensione e continuazione in noi e in tutta la sua Chiesa dei suoi misteri mediante le grazie che vuole comunicarci e gli effetti che intende operare in noi attraverso i suoi misteri. E con questo mezzo egli vuole completarli in noi” (San Giovanni Eudes).


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