«La mia figlioletta sta
morendo…»... «Non temere, soltanto abbi fede!». (Mc
5, 21-24.35b-43)
«Alzati e cammina», aveva
detto al paralitico (2, 9). Aveva preso per mano la suocera di Pietro e l’aveva
fatta alzare dalla sua infermità (1, 31). Lo stesso con il ragazzo epilettico
(9, 27). Questa volta è diverso. Stesse parole, stesso gesto, ma la bambina
che sta davanti a Gesù è ormai morta. Si può guarire un ammalato, ma dare la
vita a un morto?
Da Gesù era appena uscita
una “forza” che aveva risanato la donna ammalata da dodici anni; forza capace
di tutto, di sedare le tempeste, di guarire ogni sorta di malattia e infermità,
di vincere e cacciare il diavolo; forza capace di annientare la morte e ridare
la vita.
«Non temere», sussurra al
papà a cui è annunciata la morte della figlia. Quale annuncio più straziante,
disperazione più grande? L’ha ripetuta tante volte questa parola: «non temere».
La prima volta la rivolse ad Abramo, quando si sentiva solo e scoraggiato, poi
a Isacco, a David, a Elia ogni volta che le avversità e le prove si abbattevano
su di loro e li lasciavano nello sconforto e nella disperazione. La ripetette
ai discepoli spauriti e scoraggiati: «Non temere, piccolo gregge…».
La ripeterà anche a noi? Una
difficoltà, un compito superiore alle nostre forze e capacità, un fallimento,
un incidente, una malattia, una morte… Ci assale la paura, l’angoscia ci
attanaglia. Cosa fare, come fare? Ecco la sua voce: «Non temere, soltanto abbi
fede».
Sì, lo sappiamo, Gesù è
accanto a noi e ci accompagna, come era accanto a Giàiro, al suo dolore, alla
sua tragedia. Giàiro andava verso la bambina morta, ma non affrontava il dramma
da solo, Gesù eri con lui. Come lui anche noi crediamo che in Cristo vi è una
forza che tutto vince, tutto risana, a tutto dà senso.
Egli è la nostra certezza.
Con lui tutto è possibile.
Più tardi, la bambina
dodicenne morì di nuovo, forse in età avanzata, dopo aver potuto narrare per
tanti anni la sua storia. Ma la sua risurrezione è il segno della risurrezione
di Gesù, della nostra risurrezione, di quella forza divina che ci porta al di
là delle inquietudini, dei mali e della morte, nella pienezza della vita vera,
che non finisce mai.
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