sabato 16 giugno 2018

La forza del seme


«Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa» (Mc 4, 26-34).

I farisei e gli erodiani hanno già deciso di ucciderlo, i suoi familiari lo hanno preso per pazzo, gli scribi lo accusano di essere indemoniato. La missione di Gesù sem­bra fallita. Ecco allora che egli narra del Regno dei cieli che, nonostante le umili origini e le avversità, cresce e si espande in maniera miste­riosa ma certa.
Ricorda alla folla le leggi della natura, il parados­so del seme che porta frutto dopo essere stato seminato e morto nella terra. È la parabola della sua vita. Proprio nel momento in cui è incompreso, tradito, ucciso, egli dona la vita al mondo, spalancandolo verso il Regno dei cieli.

I discepoli se ne sono ricordati quando anche essi hanno preso ad annunciare la buona novella. Anche loro hanno sperimentato opposizioni, persecuzioni, fallimenti. Erano partiti pieni di coraggio e di entusiasmo, animati dal fuoco della Pentecoste. Poi hanno avvertito i propri limiti e la debolez­za, si sono spaventati davanti all’immensità della missione ricevu­ta: un pugno di persone semplici davanti a un impero potente e inespugnabile. Allora hanno capito la parabola.
«Ti basta la mia grazia», si sente dire l’apostolo Paolo, che ha finalmente compreso che proprio nella sua debolezza si trova la sua forza, perché in essa si manifestava pienamente la tua potenza (cf. 2 Cor 12, 9).

La parabola continua anche con noi. Il nostro annuncio e la nostra testimonianza spesso sembrano cadere su un terreno indifferente, quando non ostile. Il suolo è accidentato e inqui­nato da violenze, rapine, insulti, vilipendi, trivialità. A chi in­teressa ormai sentire parlare di Gesù e del suo vangelo? Sono ben altre le attrattive e le cose ritenute importanti: gli affari, la car­riera, il successo, la politica, gli hobby, gli acquisti.
E poi non c’è più tempo per ascoltare, c’è la palestra, la navigazione sul web, lo sport. Cresce o no il Regno di Dio? Il numero dei credenti è in regresso, le chiese si trasformano in negozi, i simboli religiosi sono banditi dai luoghi pubblici. Verrebbe da scoraggiarsi.

Per questo occorre continuare a narrare la parabola e ricordare che la vita nuova portata da Gesù ha in sé una inarrestabile forza intrin­seca. Dobbiamo certo seminare, ma i frutti non dipendono dal­la nostra intraprendenza: «dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce».
La coscienza della nostra debolezza, piccolezza, inadeguatezza non può dunque fermarci. Non dob­biamo neppure preoccuparci se il terreno è buono oppure no, se accoglie o rifiuta il seme della Parola, se la società ci è favore­vole o avversa. Chi conosce il cuore dell’uomo?
Il Regno di Dio è “di Dio”, e noi crediamo che lo porta avanti Dio, per vie misteriose e infallibili.

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