sabato 11 maggio 2013

La Madonna della Cina e i carcerati di p. John



La casa di p. John
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Oggi abbiamo celebrato anche un’altra festa, i 40 anni di sacerdozio di p. John. Da quando venne in Hong Kong nel 1985 iniziò a visitare i prigionieri vietnamiti, poi quelli nelle prigioni di Lantau dove gli Oblati avevano una parrocchia.
Gli anni più belli li ha passati in Cina (2001-2008), a Zhaoqing, la stessa città dove si trovava Matteo Ricci. Lì ha lavorato moltissimo per i bambini disabili. In Cina ci sono 83 milioni di handicappati (molto più di tutti gli abitanti dell’Italia) che hanno bisogno di aiuto.
Dopo essere stato espulso dalla Cina, dal 2009 svolge il ministero di cappellano delle carceri a tempo pieno a Hong Kong.

Terminata la festa che gli abbiamo fatto assieme a tutta la nostra gente, sono andato a trovarlo a casa sua. Vive in un quartiere povero, dove ci sono molti drogati, spacciatori di droga, prostitute… La strada principale, Temple street, che si apre e si chiude con due bellissime porte cinesi, è piena di vita. Nel pomeriggio si trasforma in un grande mercato variopinto.
Sulla piccola porta del palazzo dove p. John vive, si alternano stabilmente, una dopo l’altra, donne di strade. Quella che troviamo quando arriviamo ci saluta cordialmente. “È la mia guardia del corpo”, dice padre John. Saliamo su scale strette. Alle porte degli appartamenti, davanti ad altarino con le immagini degli antenati, bruciano bastoncini d’incenso. Il suo piccolo appartamento è stato abusivamente diviso tra quattro inquilini. Lui occupa una stanza piccola piccola, ed è tutta la sua casa: il letto, un tavolino, un paio di sedie, le sue carte, i panni a stendere davanti alla finestra… Lì riceve i poveri, i tossicodipendenti, li invita alla sua mensa…
Visita regolarmente tre o quattro carceri maschili, dove quasi la metà dei detenuti sono immigrati dalla Cina, dall’Africa, da altri Paesi dell’Asia sud America. Molti sono lì per questioni di droga. “Prima di entrare in carcere ricordo le parole di Gesù: Ero in carcere e mi avete visitato… e chiedo la benedizione dello Spirito Santo”.
Il sabato va nel settore carcerario di un ospedale, dove in genere sono ricoverati decine di uomini e donne. Stringe la mano a tutti, dà la benedizione di Gesù… “Sono pochissimi i cristiani, ma parlo ugualmente a tutti di Gesù e racconto le sue storie, di quando si prendeva cura della gente. Ho preparato un libretto molto semplice, in cinese, inglese, spagnolo e vietnamita, con alcuni episodi evangelici e dei disegni. Presto sarà stampato in hundi, indonesiano, tagalog, urdu. Ho pubblicato anche altri due piccoli libri intitolati La Bibbia semplice, con testi dell’antico e nuovo testamento. La Bibbia, per questa povera gente, è troppo complicata. Ai musulmani che me lo chiedono provvedo copie del Corano e di altri libri che mi procure alla moschea. Quest’anno il giovedì santo ho lavato i piedi a 100 carcerati. A Pasqua, quando un detenuto ha visto la foto del papa che lavava i piedi ai carcerati mi ha detto: Perché anche tu non ci hai baciato i piedi come il papa. La prossima volta, gli ho risposto”.

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