giovedì 2 maggio 2013

Inizia l'avventura cinese


L’aereo decolla alle 21.30 in punto. Sono di nuovo sulle ali, come dice mia mamma. Questa volta sulle ali della China Eastern. Prima di partire vado a pregare nella cappelle dell’aeroporto. Vedo il vescovo Bruno Forte seduto su una panca, intento a scrivere. Quando si alza per uscire lo saluto e lo ringrazio per i suoi articoli sul Sole 24 ore. “Stavo proprio scrivendo per quel giornale, mi dice. Sono di ritorno da Israele dove mi sono incontrato con il Gran Rabbinato… Preghi perché i miei articoli possano portare qualche frutto tra i politici…”.
Notte in volo, tranquilla. I bambini piccoli cinesi piangono proprio come quelli italiani… Almeno loro non “piangono in cinese”. Undici ore di volo mi portano a Shanghai. Sorvoliamo la città, irta di grattaceli; si vedono appena, avvolti da una densa scurissima caligine di smog. Giunti sul mare costeggiamo il porto, entriamo nella zona industriale senza fine Quando arrivo sono le 14 passate, ora locale. Il grande aeroporto è particolarmente silenzioso, razionale, geometrico. 
Sul giornale di Shanghai di oggi
la foto della festa del primo maggio al Bund
Sono stato qua nell’aprile del 1999. Allora visitai la città, con l’immancabile passeggiata lungo il fiume, al famoso The Bund e poi lungo Manjing road. Ricordo l’impressione che mi fece salire al 49° piano di un albergo. Da lassù, come oggi dall’aereo, mi si apriva la città immensa, con la sua selva di grattaceli. Allora erano 18 milioni gli abitanti. Era tutto un fiorire di piccoli negozi modesti e sobrio e di imprese a dimensione familiare. Se oggi visitassi la città non la riconoscerei più nella sua straordinaria potenza economica.
Uno dei ricordi più bella di quella visita a Shanghai fu l’incontro, in un ristorante, con due anziani Fratelli Maristi: Gregorio Su e Hilary Ju. Mi raccontarono quello che avevano sofferto nei lavori forzati e molto di più quello che avevano  sofferto durante la rivoluzione culturale, un periodo che in Cina oggi viene chiamato “inferno vivo”. Avevano ancora i segni delle torture. Rimasi sorpreso dalla loro serenità, testimoni di una Chiesa fedele e santa.
Dopo tre ore di attesa riprendo il volo per Hong Kong. Durante il viaggio il sole dipinge con colori d’artista il suo tramonto. Giungo all’aeroporto che è ormi notte. Domani inizia l’avventura.

Nessun commento:

Posta un commento