Sant’Eugenio era indeciso: non se la sentiva di partire per Roma.
Avrebbe dovuto incontrare il papa e chiedere l’approvazione della sua piccola
comunità missionaria; non era osare troppo? Padre Carlo Domenico Albini, di undici
anni più giovane, lo prese per le spalle e lo spinse: “Vai, vai tranquillo,
andrà tutto bene”.
Da Pechino padre Giovanni mi rivolge lo stesso invito: “Vai, vai
tranquillo, andrà tutto bene”. Così dalla Cina alla Corsica, e più precisamente
a Vico, un paesetto nel quale ha vissuto ed è morto Padre Carlo Domenico
Albini. Andrò a celebrare la sua festa. Il tempo di Pentecoste è
particolarmente adatto per ricordare questo straordinario missionario
dell’Ottocento, che poteva ascrivere il successo della sua azione apostolica
proprio alla guida dello Spirito; una lezione che non dovremmo mai dimenticare:
lasciarsi guidare dallo Spirito.
Condividendo con i futuri sacerdoti la sua esperienza diceva: “Ogni
predicatore deve rendersi totalmente dipendente dallo Spirito di Dio. La
principale preparazione per il pulpito è la preghiera e la purezza di cuore.
Dopo aver fatto la nostra parte, poniamo tutta la nostra fiducia in Dio. Vedremo
subito i risultati: a volte un solo pensiero vi farò dire cose eccellenti per
il bene degli ascoltatori”.
Raccontava poi di san Vincenzo Ferreri che si lasciava sempre guidare
dallo Spirito Santo. Una volta invece, dovendo parlare davanti a un principe, credette
opportuno preparare una dotta predica, che però non ebbe effetto. Il secondo
giorno parlò come era solito, lasciandosi guidare dallo Spirito. “Gli fecero
notare la diversità dei due sermoni: nel primo aveva predicato Vincenzo, nel
secondo lo Spirito Santo”.
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