domenica 12 maggio 2013

Hong Kong: dai templi antichi alle domestiche filippine


Tai Po. 150 anni fa, nel villaggio dei pescatori, arrivarono i missionari del PIME. Dovettero rimanere sulla collina fuori del villaggio, non era loro permesso entrarvi. Quando fu costruito il tempio taoista dedicato al dio della cultura e al dio della guerra, anche la chiesa cattolica offrì il suo contributo; il suo nome è inciso sulla lapide che elenca i benefattori; fu uno dei fattori che lentamente favorì l’accoglienza...
Oggi il villaggio di pescatori è diventato una città satellite di Hong Kong, 400.000 abitanti, di cui 20.000 cattolici. Sono stato a trovare il parroco, P. Luigi, uno dei successori di quei primi missionari. È il parroco dell’unica parrocchia che abbraccia tutta la città.
Assieme percorriamo le strade del mercato sotto una pioggia battente. Il mercato è sempre il luogo più vivo di ogni città in ogni parte del mondo.
Nell’antico tempio le devozioni di sempre: si brucia l’incenso, ti cerca di capire la fortuna, si offre frutta e fiori agli dei. Nella generale non appartenenza ad alcuna religione, il culto degli antenati e la paura degli spiriti rimangono inscalfibili.
Non molto lontano stanno costruendo un tempio moderno, con una grande statua di Guanyin  Bodhisattva, una figura femminile molto cara al buddhismo cinese, dai connotati simili alla Madonna; non è un caso che buddhismo e cristianesimo siano arrivati nello stesso periodo nell’antica capitale della Cina Xi’An, dove il  Bodhisattva divenne femminile.

Questa sera nella parrocchia oblata di Notre Dame festa delle filippine che lavorano in città come badanti e domestiche. Dopo che hanno trascorso la giornata nei locali della scuola e nel cortile, cena organizzata dalle figlie di Maria, un’associazione qui fondata 25 anni fa dagli Oblati. Sono circa 150 le donne che hanno preparato la festa: cena per tutte (per gli Oblati un tavolo speciale!), danze, canti, scenette… Una volta l’anno radunano anche i datori di lavoro. Chissà cosa vuol dire per queste donne, la maggior parte giovanissime, essere lontane da casa, con una lingua così difficile… La domenica in parrocchia è il loro unico momento di incontro e di festa, quasi un tornare a casa.

Nessun commento:

Posta un commento