domenica 2 dicembre 2012

Tutti candidati al Regno di Dio

Cafarnao

3 dicembre, il Vangelo del giorno
Verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli (Mt 8, 1-11).
È la prima volta che Gesù si incontra a tu per tu con una persona che non appartiene al suo popolo. Un popolo scelto da Dio, quello di Israele, preparato da secoli per accogliere l’annuncio del Regno dei cieli. Eppure, nascostamente, Dio ha operando anche in uomini e donne di altri popoli, come nei confronti del centurione romano di stanza a Cafarnao, aprendo loro il cuore alla buona novella. In lui Gesù intravede già la grande ricchezza e varietà della sua comunità, che non conosce confini di spazi o di culture: tutti sono candidati al Regno di Dio che, con una immagine che spesso ricorre nel Vangelo, è raffigurato come una grande riunione di famiglia, dove si sta insieme attorno alla stessa mensa, e ci si riconosce fratelli e sorelle.
La liturgia di oggi ci fa leggere il presente passo evangelico pensando a san Francesco Saverio, che è stato strumento per invitare alla tavola comune i popoli dell’Oriente. Potremo sederci anche noi alla mensa nel regno dei cieli? La condizione per esservi ammessi è la fede, quella fiducia piena in Gesù, quell’adesione e totale abbandono a lui di cui il centurione è testimone.

Il 3 dicembre 1995, prima domenica d’Avvento, Giovanni Paolo II proclamava santo Eugenio de Mazenod. In quell’occasione parlò di lui come di colui come autentico missionari, che apre la via a Gesù, proclamandolo Uomo dell'Avvento:
La venuta del Figlio dell’uomo è il tema dell’Avvento. Inizia, così, il tempo del nuovo Anno Liturgico. Guardiamo già verso la notte di Betlemme. Pensiamo a quella venuta del Figlio di Dio che ormai appartiene alla nostra storia, anzi in un modo mirabile l’ha formata come storia dei singoli individui, delle nazioni e dell’umanità. Sappiamo, inoltre, con certezza che, dopo quella venuta, abbiamo per sempre davanti a noi una seconda venuta del Figlio dell’uomo, di Cristo. Viviamo nel secondo Avvento, nell’Avvento della storia del mondo, della storia della Chiesa, e nella Celebrazione eucaristica ripetiamo ogni giorno la nostra fiduciosa attesa della sua venuta.
Il Beato Eugenio de Mazenod, che la Chiesa oggi proclama santo, fu un uomo dell’Avvento, uomo della Venuta. Egli non soltanto guardò verso quella Venuta, ma, come Vescovo e Fondatore della Congregazione degli Oblati di Maria Immacolata, dedicò tutta la sua vita a prepararla. (…)Eugenio de Mazenod fu uno di quegli apostoli, che prepararono i tempi moderni, i tempi nostri. (…) De Mazenod fu consapevole che il mandato di ogni Vescovo e di ogni Chiesa locale è in se stesso missionario e fece in modo che anche l’antichissima Chiesa di Marsiglia, i cui inizi risalgono al periodo subapostolico, potesse adempiere in maniera esemplare la sua vocazione missionaria, sotto la guida del suo Pastore. In questo consistette l’impegno di sant’Eugenio, in ordine alla seconda venuta di Cristo, che tutti attendiamo con viva speranza. (…)
Oggi la Chiesa rende grazie a Dio per sant’Eugenio de Mazenod, apostolo del suo tempo, il quale, rivestitosi del Signore Gesù Cristo, spese la sua vita nel servizio al Vangelo di Dio. Rendiamo grazie a Dio per la grande trasformazione compiutasi mediante l’opera di questo Vescovo. Il suo influsso non si limita all’epoca in cui egli visse, ma continua ad agire anche sul nostro tempo. Infatti il bene compiuto in virtù dello Spirito Santo non perisce, ma dura in ogni “ora” della storia.

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