giovedì 20 dicembre 2012

C’è soltanto amore nel mio cuore

Nella foto l’attestato di ordinazione sacerdotale

Il 21 dicembre 1811, sant’Eugenio de Mazenod veniva ordinato sacerdote ad Amiens. Così comunicò al suo padre spirituale l’esperienza vissuta il giorno dell’ordinazione:
Sono sacerdote di Gesù Cristo. Ho già offerto la prima volta con il vescovo lo straordinario sacrificio… Oh, mio caro Padre, mi sembra di sognare quando penso a ciò che sono. Gioia, timore, confidenza, dolore, amore si alternano nel mio cuore… C’è soltanto amore nel mio cuore; vi scrivo in un momento in cui sono sovrabbondante di amore, per servirmi di un’espressione di cui l’Apostolo dovette fare uso in un momento simile... 
Sono sacerdote! Bisogna esserlo per sapere cosa sia; il solo pensiero mi spinge a moti d’amore e di riconoscenza; e se penso che peccatore sono, l’amore aumenta. “Non vi chiamerò più servi... Hai spezzato le mie catene, ti immolerò un sacrificio di lode... Come ricompenserò il Signore...?”, sono tante frecce che bruciano il cuore così freddo fino ad oggi...

21 dicembre. Vangelo del giorno
"Benedetta tu fra le donne (Lc 1, 39-45)
Un’altra protagonista del Natale: Elisabetta. La grandezza di questa donna, avanti negli anni, è avere riconosciuto la fede di Maria e la presenza di Gesù da lei portato nel grembo, pronunciando le stesse parole di David quando vide arrivare l’arca dell’alleanza. Elisabetta rivolge l’invito a guardare a colei che ha creduto, a imitarne la fede, a condividerne la stessa beatitudine. Con Elisabetta, tutte le generazioni hanno proclamato e continuano a proclamare “beata” la madre di Gesù.
Tra tutte le parole del Vangelo, quelle da lei pronunciate, una volta inserite nella preghiera dell’Ave Maria, sono state sicuramente, e lo sono ancora, le più ripetute, ogni giorno, in tutto il mondo, da milioni di persone: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo”.
Davanti a questa pagina biblica, più che a considerazioni particolari, siamo invitati a rivivere lo stesso atteggiamento di gioiosa e ammirata contemplazione che Elisabetta ebbe davanti a Maria, a lasciare scorrere con calma le decine del rosario, ripetendo senza stancarci la benedizione alla Vergine e al suo bambino: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo”, Gesù. 

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