16 dicembre, III domenica
di Avvento
“Che cosa dobbiamo fare?” (Lc 3 10-18)
“Che cosa dobbiamo fare?” La domanda
nasce spontanea ogni qualvolta sentiamo l’appello alla conversione, a una vita
nuova. Dobbiamo lasciare la casa e le consuete occupazioni per condividere col
Battista la dura vita del deserto fatta di lunghe preghiere e penitenze? Sembrerebbe
questa la via alla santità, ma è per pochi eletti… Forse occorre lasciare la
monotonia dei rapporti, del luogo e degli impegni, e andare altrove per dedicarsi
a qualcosa di nuovo, di più creativo?
La risposta di Giovanni il Battista è
prettamente evangelica: che ognuno rimanga al suo posto, nel suo ambiente, al suo
lavoro. Nessuna fuga, nessuna evasione, nell’illusione che cambiando luogo,
persone, mansioni possa cambiare anche la vita. L’esattore delle tasse rimanga
al suo tavolo, il soldato in caserma, la mamma e l’operaio al loro lavoro, lo
studente sui banchi di scuola...
Ciò che deve cambiare è il modo di rapportarsi con gli
altri, cominciando col riconoscere in essi la presenza di Gesù. Allora sarà
tutto nuovo, perché tutto rinnovato dall’amore che avrà l’espressione del rispetto,
della condivisione della “tunica” (i nostri beni…), del servizio, dell’ascolto…
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