9 dicembre, II domenica
di Avvento
Nell’anno quindicesimo
dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della
Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca
dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi
sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa,
nel deserto… “Preparate la via del Signore”
Impressionano questa serie dettagliata
di coordinate storiche e geografiche con cui Luca inquadra la predicazione di
Giovanni il Battista, venuto in un tempo ben determinato, in un luogo ben
preciso. Anche ognuno di noi può delineare le proprie coordinate storiche e
geografiche e riscrivere questa pagina evangelica: ora e qui,
nella mia famiglia, nel mio quartiere, nella mia città, Dio fa discendere anche
su di me la sua parola, mi rivolge in particolare l’invito di Giovanni:
“Preparate la via del Signore…”. È un appello personale alla conversione, perché
niente possa ostacolare la venuta di Dio in noi.
Ma non basta aprire il cuore al Signore
che viene; come il Battista, occorre preparare la strada perché egli possa
arrivare agli uomini e alle donne di oggi, ed essi possano arrivare a lui.
Spesso chi ci sta accanto non sa neppure che egli sta per venire, non sa nulla nemmeno
di lui. Del Natale forse conosce soltanto i doni, la festa, l’albero, la
settimana bianca. Ma il festeggiato, chi è? Preparare la via al Signore vuol
dire annunciarlo, testimoniarlo, mostrare chi egli è per noi, comunicare il
senso vero del Natale.
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