12 dicembre. Vangelo del giorno
Venite a me, voi tutti
che siete stanchi e oppressi, (Mt 11, 28-30)
Basterebbe fermarsi sulla prima parola: “Venite a me”. È un
invito che torna lungo tutto il Vangelo, da quando Gesù chiama i primi
discepoli a seguirlo, fino a quando assicura il ladrone pentito che sarebbe
stato con lui in paradiso. Neanche ai bambini si deve impedire di andare da
lui: come non ricordare il passo evangelico in cui egli rimprovera i discepoli
perché li allontano? Chiama tutti poiché sa che tutti hanno bisogno di trovare
la pace del cuore.
Anche noi a volte siamo stanchi fisicamente, sfiduciati,
scoraggiati. Anche a noi ripete, come una volta ai discepoli: “Venite in
disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po’”. Altre volte possono pesarci
gli obblighi morali che, come al tempo di Gesù, alcuni “dottori della legge” ci
impongono come un fardello pesante, alla maniera del giogo che si metteva una
volta sulle bestie; allora ci fa capire che la sua legge è “dolce e leggera”
perché tutta racchiusa nell’amore verso Dio e verso gli altri.
Davanti a qualsiasi difficoltà e stanchezza, lasciamo che
riecheggi in noi la sua parola: “Venite a me”. Sappiamo d’essere accolti da un
cuore che palpita per noi.
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