Nella festa di santa Teresa di Gesù il pensiero va
spontaneo alla preghiera. In proposito ho trovato un altro dei “detti” del
famoso apa Pafnunzio.
Quando, durante la
collectio, apa Serapione chiese ad apa Pafnunzio perché la preghiera fosse il
momento più bello della sua vita, egli così rispose:
Ricordi quando eravamo al
nostro villaggio? Il momento più bello della giornata era quando a sera
tornavamo a casa dal lavoro. Posavamo gli attrezzi, attaccavamo al muro il
mantello e ci si sedeva attorno al fuoco. Si scambiavano le brevi notizie, si
stava in silenzio a guardare la fiamma, infine attorno alla tavola consumavano
il semplice pasto. Non era il momento più bello? Eravamo a casa.
La preghiera è tornare a
casa e stare con i Tre, con la Madre, con i santi fratelli e sorelle nostri.
Non era così che faceva il Signore quando a notte si ritirava solitario sul
monte? Tornava a casa, parlava con il Padre e lo Spirito, respirava aria familiare e lì nel suo mondo ritrovava forza e coraggio per stare in
mezzo alla gente e affrontare le contraddizioni e perfino la morte.
Quel momento di
solitudine notturna del Signore per noi monaci si dilata sull'intera giornata.
Intreccio le corde, preparo le ceste, coltivo l’orto, ma il cuore è a casa. È
il momento più bello.
Egli mi parla attraverso
le parole del Vangelo che recito a memoria, ma anche attraverso le parole che
ha disseminato nei solchi della terra, nella volta del cielo, nel cuore degli
uomini. Egli si rivolge a noi come ad amici e con noi si intrattiene per
introdurci in casa con lui. Parlava a Mosè come ad un amici, come un uomo parla
con il suo vicino. Parlava ai discepoli non come a servi ma come ad amici
rivelando loro la Verità tutta intera. Parla anche a me.
E io gli rispondo, parlo
con lui, come ad un amico dal quale mi so amato. E mi ritrovo in casa con lui,
anche quando sono nella cella, o cammino nella steppa, o sto qui con voi. È il
momento più bello della mia vita.
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