P.
Ludovico di Schoenstatt e Radi dei Focolari
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La serata inizia davanti a Castel sant’Angelo. Sul palco
la scritta che dà il titolo all’iniziativa promossa dall’Azione Cattolica: ''La
Chiesa bella del Concilio''. C’è aria di festa, tanti giovani, la voglia di
rivivere la primavera della Chiesa. Testimonianze, canzoni… e poi via in massa,
in 40.000 lungo via della Conciliazione fino a piazza san Pietro, con le
candele accese, quasi a voler rivivere quella memorabile fiaccolata che
"incendiò" la stessa piazza cinquant'anni fa, proprio la sera di
apertura del Concilio ecumenico vaticano II. Ci sono rappresentanti di tanti
Movimenti e comunità. Un gruppo compatto di donne etiopi cammina dietro uno
stendardo della Madonna attorniata da santi orientali. In piazza viene
proiettato il video di quella sera con il saluto commovente di papa Giovanni
XXIII. Come allora il papa si affaccia alla finestra. Chissà come doveva essere
bello da lassù lo spettacolo della piazza illuminata da 40.000 fiaccole e
soprattutto animata da un popolo di cristiani in festa.
Forse ci saremmo attesi le parole di fuoco e di
incoraggiamento di Giovanni XXIII. Diverso è invece il tono delle parole di
Benedetto XVI, lontanissime da quel clima di entusiasmo che aveva
caratterizzato l’attesa e l’apertura del Concilio.
Ci ha aperto il suo cuore come aveva fatto l’altro papa,
ma nel cuore di questo è apparsa una grande sofferenza. Anche lui Cinquant'anni
fa in questo giorno era in piazza come lo eravamo noi ieri sera. Aveva
ascoltato “il buon Papa, il beato papa Giovanni” che aveva parlato “con parole
indimenticabili, parole piene di poesia, di bontà, parole del cuore. Eravamo
felici, direi pieni di entusiasmo”. “Anche oggi siamo felici – ha continuato –,
portiamo gioia nel nostro cuore, ma direi una gioia forse più sobria, una gioia
umile”. E ha parlato del peccato originale che si è fatto “strutture del
peccato”, della zizzania che c’è nel campo della Chiesa, dei “pesci cattivi”
presenti nella sua rete, della barca della Chiesa che naviga “con il vento
contrario”. “E qualche volta abbiamo pensato: il Signore dov'è, ci ha
dimenticato!”
Non mancano segni di speranza, del fuoco dello Spirito
“silenzioso” e “piccola fiamma”, di “carismi di bontà e di carità che
illuminano il mondo”, di Cristo che continua a vivere in mezzo a noi…
Sono tornato a casa con una gioia “sobria e umile”, con
un gran desiderio di condividere nella preghiera il peso che grava sul papa e
di vivere con maggiore impegno per far la Chiesa sempre più bella.
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