giovedì 11 ottobre 2012

Ma cos’è questa benedetta fede?

Questa mattina sono stato in piazza san Pietro, come nei grandi giorni, agghindato solennemente con veste e cotta! Con posto riservato sul sagrato, subito dietro l’infinita schiera di vescovi e qualche monsignore con tricorno in testa sormontato da pompon rosso.
Che evento straordinario: essere lì con il papa, con tutti i membri del Sinodo, con Bartolomeo I, Patriarca di Costantinopoli, e Rowan Williams, Arcivescovo di Canterbury, con tantissima gente per l’apertura dell’anno della fede, nel 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II.
Il papa ci ha subito portato nel cuore della fede: Gesù, e ci ha donato la sua esperienza: “durante il Concilio vi era una tensione commovente nei confronti del comune compito di far risplendere la verità e la bellezza della fede nell’oggi del nostro tempo”. Ha poi indicato la direzione: “In questi decenni è avanzata una «desertificazione» spirituale. Che cosa significasse una vita, un mondo senza Dio... È il vuoto che si è diffuso”. In questo deserto tocca a noi riscoprire la gioia di credere e indicare la strada. L’anno della fede sarà dunque “un pellegrinaggio nei deserti del mondo contemporaneo, in cui portare con sé solo ciò che è essenziale: il Vangelo e la fede della Chiesa”.
Già, ma cos’è questa benedetta fede?
È ascoltare Dio che, come ci ricorda proprio il Concilio, “nel suo immenso amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi per invitarli ed ammetterli alla comunione con sé”. Ed è rispondere a questo desiderio di Dio di instaurare un rapporto di amicizia e di comunione, aderendo pienamente, con tutta la persona – mente, forse, cuore, intelligenza – a quello che ci dice e a quello che vuole da noi (quindi metterlo in pratica, fidandosi di lui, farlo diventare vita!), fino ad entrare in un rapporto d’amicizia e di comunione con lui. Che dono grande!

Nessun commento:

Posta un commento