Sono passati quasi quarant’anni ed ecco che fra due giorni Benedetto XVI apre
il Sinodo sulla nuova evangelizzazione.
Chissà che bella enciclica ci darà questa volta il papa…
In attesa, azzardo qualcosa sui luoghi della nuova evangelizzazione. Mi
sembra siano quelli della presenza nel mondo del lavoro, della scuola, della
sanità, del sport, della presenza nella famiglia, nel quartiere, in internet.
Le azioni sono quelle di ogni giorno, anche le più semplici. Le persone alle
quali essa si indirizza sono quelle con le quali si vive, si lavora, si gioca,
quelle con le quali ci si incontra, dal giornalaio al farmacista, dal
parrucchiere agli inquilini del palazzo, ai vicini di casa.
Con esse si è chiamati a creare rapporti di amicizia, mossi da un
atteggiamento positivo, di simpatia, di
apertura verso ciascuno. Non si tratta soltanto di gentilezza, cordialità, buone
educazione, ma di quell’autentico comportamento evangelico che porta a
interessarsi fino in fondo dell’altro, che si pone in ascolto attento e amoroso
delle sue difficoltà, delle prove, delle esigenze, delle gioie e della festa,
fino alla condivisione.
È quando era chiesto dall’esortazione apostolica Christifideles laici per superare la frattura tra Vangelo e vita e
ricomporre “nella loro quotidiana attività in famiglia, sul lavoro e nella
società, l’unità di una vita che nel Vangelo trova ispirazione e forza per
realizzarsi in pienezza” (n. 34).
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