mercoledì 24 ottobre 2012

Non solo il Dominus vobiscum

L’altro saluto iniziale rivolto all’assemblea all’inizio della messa è: “La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore dello Spirito Santo e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi”.
È la presa di coscienza di essere avvolti dalla Trinità, di essere coinvolti, presi dentro la vita dei Tre, resi partecipi della loro relazione d’amore. La Chiesa, presente in quelle poche o molte persone che si raccolgono per celebrare l’Eucaristia, è Ecclesia de Trinitate, come ci ricorda il Concilio utilizzando la celebre espressione di san Cipriano: «La Chiesa universale si presenta come un popolo adunato nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» (Lumen gentium, 4). La preposizione latina “de” evoca simultaneamente l’idea di imitazione e quella di partecipazione: è “a partire” dall’unità dei Tre che si prolunga “l’unificazione” del popolo. Unificandosi, questo partecipa a all’unità dei Tre, tanto che l’unità della Chiesa non è più intelligibile senza quella della Trinità.
Trinitaria è l’origine della nostra assemblea liturgica, come leggiamo sempre nel Concilio: la Chiesa «procedente dall’amore dell’eterno Padre, fondata nel tempo dal Cristo Signore, radunata nello Spirito Santo...» (Gaudium et spes, 40). Trinitario ne è il modello e il principio come afferma sempre il Concilio in un altro testo incisivo: «di questo mistero (della Chiesa) il modello supremo e il principio è l’unità nella Trinità delle persone di un solo Dio Padre e Figlio nello Spirito Santo» (Unitatis redintegratio, 2). Trinitario è l’esito del suo cammino nella storia: «la Chiesa prega insieme e lavora, affinché l’intera pienezza del cosmo si trasformi in Popolo di Dio, corpo del Signore e Tempio dello Spirito Santo, e in Cristo, Capo di tutte le cose, sia reso ogni onore e gloria al Creatore e Padre dell’universo» (Lumen gentium, 17). Una Chiesa tutta divina, penetrata da un Dio che è relazione d’amore, per diventare relazione d’amore.
Ma che bel saluto!

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