martedì 30 ottobre 2012

Tutti santi: non siamo soli in questo cammino


Il Concilio Vaticano II ci ha ricordato con forza che siamo tutti chiamati alla santità. Ma prima di essere una chiamata essa è un dono che Dio ci fa in Gesù, che è la nostra santificazione (Cor 1, 30): «siete stati santificati, nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio» (1 Cor 6, 11). Ci ha resi partecipi della santità di Dio: dandoci la vita stessa di Dio: siamo «partecipi della natura divina» (1 Pt 1, 4); un «germe divino dimora» in noi (1 Gv 3, 9); «Siamo figli di Dio, e lo siamo realmente!» (1 Gv 3, 1). È un dono che Gesù ha pagata a caro prezzo: «siamo stati santificati mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre» (Eb 10, 10).
Il frutto è la nascita di un popolo santo: «Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato» (1 Pt 2, 9-10). Gesù ha infatti «ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa» (Ef 5, 25-27). È una “santità collettiva”, come ci ricorda ancora il Concilio: «Dio ha voluto santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra di loro, ma volle costituire di loro un popolo che lo riconoscesse nella verità e fedelmente lo servisse» (LG 9).
Dono di Dio la santità è un germe di vita che attende di crescere e giungere a pienezza: è questo il nostro compito, la nostra riposta d’amore all’iniziativa d’amore di Dio. «I fedeli – ci ricorda ancora il Vaticano II – devono, con l'aiuto di Dio, mantenere e perfezionare, vivendola, la santità che hanno ricevuta» (LG 40). È l’invito che Gesù stesso ci rivolge: «Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5, 48).
Festa di Tutti i Santi, invito a guardare in alto, a quell’infinita schiera di “santi” che già popolano il Paradiso e che fanno tifo per noi, perché siamo anche noi là dove sono loro. Non siamo soli in questo cammino.

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