sabato 15 settembre 2012

Ritorno a Milano… con il nome scritto in cielo (speriamo)


Questa mattina ho incontrato il Cardinale Dionigi Tettamanzi ritiratosi a Villa Sacro Cuore a Triuggio. Un’anima solare, un volto luminosissimo, un cuore d’oro. Quando lasciò la guida della diocesi di Milano nell’omelia ricordò: «Fin dall’inizio del mio servizio episcopale ho voluto incoraggiare ad assumere con grande serietà la sfida di annunciare ancora e sempre il Vangelo..., non tanto con le parole, ma innanzitutto con una testimonianza personale della verità di Gesù Cristo e della bellezza della fede in una società che è in cerca di speranza». È quanto ha fatto lui stesso venendo a salutare il convegno dell’USMI, CISM, CIIS, tutto il fronte della vita consacrata lombarda.
Ero lì attirato dal titolo del convegno: “Concilio Vaticano II e Vita Consacrata: a cinquant’anni dall’inizio di un evento profetico”. Avevo accettato di offrire una mia relazione – “Le radicali proposte di rinnovamento del Concilio Vaticano II alla Vita Consacrata: come viverle nella complessa società attuale?” – anche per una specie di riscatto morale. Ero venuto a parlare a Milano 30 anni fa, alla facoltà teologica dell’Italia settentrionale. Fui contestato. Da allora non sono più tornato a Milano.
Oggi mi è stata offerta un’altra chance, e grazie a Dio è andata bene.
Ho così potuto visitare questa famosa casa di Triuggio e godere, da bel mezzo della Brianza, la visione delle Prealpi appena innevate e, dall’altra parte, lontani i grattacieli di Milano.
Appartenuta alla famiglia di Antonio Morigia che assieme a Sant’Antonio Maria Zaccaria aveva fondato l’Ordine dei Padri Barnabiti, la villa fu lasciata ai questi religiosi. Ospitò San Carlo Borromeo e il suo confessore Sant’Alessandro Sauli, divenuto Vescovo in Corsica e difensore dell’isola sempre minacciata dai Turchi. Dopo la soppressione Napoleonica la casa fu riscattata dalla Compagnia di Gesù e da allora divenne casa di esercizi. Oggi in mano alla diocesi di Milano, continua la sua missione ed è, come scriveva Martini “luogo nel quale accogliere il popolo di Dio per accostarlo alla Parola del Signore, per fargli gustare, per insegnargli a leggere la propria vita nella Sua Luce".
Al termine del convegno, l’incaricato della casa, vedendo sul tavolo della sala la scritta con il mio nome, assieme a quelli dei presidenti, esclama a gran voce: “Chissà se i vostri nomi sono scritti anche in cielo!” Questo solo vale. Infatti poco dopo, vedo le scritte gettate nel cestino…

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