Siamo
alla terza edizione di LoppianoLab e ho avuto la fortuna e la gioia di
partecipare a tutte e tre. Un evento cui non si può mancare perché mostra
un’Italia diversa, in positivo. Nel pomeriggio di oggi un dibattito di grande
respiro, con sul palco persone autorevoli del mondo economico, politico,
istituzionale, giornalistico… Non mancheranno i resoconti sul web, sulla
stampa. E merita andare a cercarli. A me ha colpito l’assemblea che seguiva
interviste e interventi; un’assemblea fatta della gente d’ogni giorno,
semplice; persone che a prima vista sembrano impotenti davanti ai grandi
problemi che si stavano trattarli, eppure persone sensibili, capaci di creare
opinione, di essere fermento. Alla messa mi sono scorse davanti a centinaia per
ricevere la comunione, e ho avuto modo di contemplare un volto dopo l’altro:
sì, persone semplici e insieme di valore. Sono il grande patrimonio del
Movimento dei focolari.
Nella
mattinata, tra i tanti, il laboratorio della rivista “Unità e Carismi” dove
hanno partecipato una ottantina di persone che hanno interagito con interesse e
interventi sulla formazione religiosa dei giovani. Tra il piccolo gruppo di religiosi e religiose anche un monaco buddista. Siamo
passati dal mondo della scuola a eventi come la Giornata Mondiale della
Gioventù o il GenFest di Bubapest. Hanno avuto voce i giovani stessi e abbiamo
ricordato l’invito di don Bosco: «Trattiamo
i giovani come tratteremmo Gesù Cristo stesso». Chissà perché in questi
nostri incontri aleggia sempre aria di speranza.
La
serata si è conclusa con l’intervista a Maria Luce, Emmaus, a partire dal suo
libro-intervista appena uscito, che ho già avuto occasione di leggere. Un libro
coraggioso, che affronta le tematiche e le problematiche più acute e attuali
lette con sguardo femminile, che constata il ruolo margine riservato alla donna
nella Chiesa, che suggerisce con garbo la presenza di donne al Conclave... Non
sono rivendicazioni, quelle di Emmaus: la sua presenza è la dichiarazione di
una presenza nuova e significativa della donna. Che se ne prenda atto o no è
un’altra cosa. Il fatto c’è.
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