venerdì 30 agosto 2024

Quei cipressi fedeli e silenziosi

 

Prima di lasciare Marino un ultimo sguardo nella luce dell’alba. E si stagliano i cipressi, fedeli custodi, ben dritti, impassibili. Quasi un segno della fedeltà di un’esperienza che chiede di continuare.

Da qui è partita una vita nuova che tanto ha rinnovato tra gli Oblati. Come ogni vita che nasce ha creato anche scompiglio, ha generato sofferenza, prese di posizione contrastanti… Eppure ha rinnovato la formazione, la missione, e soprattutto lo stile di vita.

Quanti giovani sono passati da questa casa? Da tutta Italia, dall’estero. Quanti Oblati hanno trovato qui la loro vocazione. Centro Giovanile e Noviziato sono stati vissuti come momenti di freschezza evangelica, di entusiasmo: tutto sembrava possibile, si apriva davanti un futuro pieno di speranza, si è sperimentata una fraternità semplice e sincera, una presenza viva di Gesù fra tutti. Si è creduto al Vangelo. Si sono messi radici in Dio.

Poi… Poi la vita si fa complessa, sopraggiungono delusioni, difficoltà, prove, momenti di buio, rivalità…

Di tanto in tanto occorre tornare a Marino. A tutti quelli che qui hanno iniziato, prima o poi Gesù ripete: “Vi aspetto in Galilea”, “Vi aspetto a Marino”.

Dobbiamo tornare a Marino, senza remore, senza difese, da soli, a gruppi, tutti insieme, per bere nuovamente a quell’acqua fresca, per ritrovare l’idealità che ha animato gli inizi di ciascuno di noi, per riassaporare la bellezza dei rapporti semplici, per metterci ancora una volta, con nuova maturità, davanti a Gesù che ci chiede soltanto: “Mi ami tu?



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