«Nel settembre 1960, a 26 armi, - così inizia – fui inviato dai Superiori a
Pescara al Santuario Cuore Immacolato di Maria, dopo una breve sosta a Prato e
Firenze… Avevo sognato le savane africane e i ghiacci polari. Invece iniziai
l’avventura... missionaria nella Città Dannunziana con il ministero
parrocchiale, vicino al Porto a gomito a gomito con i pescatori… Ragazzi e giovani
furono i miei istruttori e i mie formatori. Mi aiutarono a tradurre in
esperienza di vita cristiana, i principi di filosofia e le verità dogmatiche,
studiate per sette anni in latino… La visita agli
ammalati mi fece scoprire la vita delle famiglie, i sacrifici, il lavoro, il
dolore…
Nel Settembre 1967, con 48 ore di preavviso, lasciai Pescara di buon
mattino, consolato dal pianto dei giovani, che a piedi mi accompagnarono alla
stazione. Raggiunsi Roma: cinque mesi di Segretario all’Amministrazione provinciale…
Nel Febbraio 1968, fui dirottato a Maratea (PZ), nominato a 33 anni Arciprete
Parroco di S. Maria Maggiore. Mi presentai in elegante clergyman, per benevola
concessione di Paolo VI. Feci il giro del paese. E la gente dalle finestre trasmetteva
a voce la novità: è arrivato l’Arciprete con i cauzùne (in pantaloni). Dopo
appena 15 mesi arrivò il foglio di via, forse per il baccano provocato dalla prima
messa beat, animata dai giovani, che con la fierezza di Davide, cantavano i Salmi
di Giombini… strimpellando chitarre e tamburi… Nel Settembre 1969, con un Espresso
fui rispedito a Roma… Un Telegramma mi dirottò per due mesi a Patti (Messina),
dandomi l’opportunità di transitare indenne per Scilla e Cariddi».
D nuovo Roma. «Raggiunta la Capitale, fu giocoforza aggiornarsi. Frequentare
corsi specializzati, incontri di un certo livello, dibattiti impegnativi e
acculturati… Pastorale del Turismo ad Ostia: Campeggi, Spiagge, Parrocchie. Pastorale
della Famiglia a tempo pieno nei pressi di Montecitorio, al Centro Internazionale
di Preparazione al Matrimonio (CIPM), al Consultorio La Famiglia (socio
fondatore); nella nascente Commissione Diocesana della Famiglia al Vicariato
(segretario)… È stata una esperienza ricchissima…
A fine Agosto 1974 mi istradarono sulla Tiburtina Valeria e raggiunsi Pescara,
per la seconda edizione al Santuario Cuore Immacolato, come Superiore e Parroco
fino al 1984… Questa esperienza decennale è stata raccontata nel volume: Il Santuario
e la secolarizzazione, Pescara 1996, 116 p., con foto a colori. Stampa al
computer in 80 esemplari.
Il 13 Ottobre 1984 approdai nel Golfo di Napoli, come Superiore e Parroco
al Pallonetto S. Lucia nella Parrocchia Immacolata a Pizzofalcone… Subito mi
resi conto che dovevo aggiornarmi una terza volta. Imparare dalla gente a convivere
ogni giorno con fragilità e precarietà. Dopo 32 anni di voti, 25 di sacerdozio,
mi trovai di botto con il sedere per terra. È stata
la conversione (in senso etimologico) più dura ed entusiasmante… Nel sessennio partenopeo, sentii forte la presenza
della comunità che avevo lasciata. Mi sostenne
con la preghiera, le lacrime, la compassione. E questo amore fu percepito dai
fedeli. Continuai a rifugiarmi nei Cuore di Gesù e di Maria, come S. Eugenio,
come facevo al Santuario. Anche se qualche volta, nei primi mesi, ammirando le
crepe, i tubolari, gli arredi sacri sotto i calcinacci, le tovaglie per la
Messa, “candide e sfolgoranti”! (Lc 9,29), appoggiato
all’altare, fissando il Tabernacolo, mi chiedevo: “Gesù ci sei?” “Uomo di poca fede, perché dubiti?”, fu la
risposta. E mi rimboccai le maniche…
Dopo Napoli, a Maratea (PZ) per la seconda volta (1990-1993); poi ad Atessa
(CH), per la prima volta Missionario itinerante, poi a Ripalimosani (CB), Parroco
per la 5° volta a S. Stefano di Campobasso (1997-2003). Finalmente a Tivoli
(2003-2004), con un nuovo ministero: incaricato delle Biblioteche OMI. Dal 1
Ottobre 2004, a Vermicino Frascati (Roma), per riordinare la Biblioteca
provinciale. Hobby coltivato da sempre. Per un contatto con la cultura. Come ammortizzatore
per attutire vibrazioni e urti, provocati dagli spostamenti. Come passatempo.
Per giocare al lotto con i numeri della Classificazione Decimale, da assegnare
ad ogni libro o documento.
Mi ero illuso che la transumanza fosse terminata. E invece... Il 4 dicembre
2006 fui dirottato sulla via Appia per raggiungere S. Maria a Vico (CE), con la
motivazione di dare una mano al Superiore e Parroco… E invece a 73 anni feci
l’esperienza della malattia… In quei due mesi di malattia, pensai a un richiamo
del Signore per preparami alla chiamata finale. Fu un periodo di grande pace
interiore. Crebbe l’abbandono alla volontà di Dio, alla divina misericordia; la
preghiera continua, l’umiltà, il distacco, la dipendenza dagli altri. Avvertii
una particolare presenza e protezione speciale del Signore, della Madonna, che
mi ha liberato da grandi pericoli, specialmente con le obbedienze; dei Santi e
degli Angeli; di S. Eugenio.
Ancora una volta, Signore grazie per la continua chiamata alla Vita
religiosa e Sacerdotale… Grazie per la competenza e cordialità degli operatori
sanitari. Per la serenità degli altri malati e dei familiari; dei confratelli
anziani e malati, che mi furono vicino con la preghiera e l’affetto…
Padre Lardo, Werenfried Van Straaten, cistercense, fondatore degli “Aiuti
alla Chiesa del silenziò”, morto novantenne, lasciò scritto: “A distanza di
tanti anni non posso vantarmi delle mie virtù, ma unicamente della misericordia
di Dio”».
Chi fosse davvero p. Romualdo mi pare di scoprirlo soprattutto da due stralci dei suoi scritti.
Quando nel
1993 deve lasciare con dolore la parrocchia di S. Maria Maggiore a Maratea,
scrive ai fedeli: «Nella Chiesa, il parroco è un momento, voi siete il domani.
Il parroco è cronaca, voi siete la storia. Il parroco è una virgola del piano
di Dio, voi siete il discorso, Cristo il Punto». Segue un periodo di riposo, un
“tempo di grazie”, come lo definisce, nel quale «mi fanno compagnia il Messale,
la Liturgia delle ore, la Preghiera oblata, la recita del Rosario, che ogni
giorno mi aiutano a vivere la “Comunione dei Santi”, con la Chiesa (da 58 anni
battezzato e da 33 sacerdote), con la Congregazione (che mi accolse quattordicenne
nel 1948; da 40 anno professo), con la Madonna, umile serva del Signore.
Quando, all’esame particolare, prego per la Chiesa, per la “nostra” Congregazione,
per il Superiore generale, per i Missionari del vangelo… ringrazio il Signore
per il dono della vocazione; rinnovo, da peccatore, i miei impegni di Figlio
della Chiesa, del beato Eugenio, di Maria Immacolata».
Il 5 agosto
2022, in occasione del 50° di professione religiosa, scriveva: «Esperimento
ogni giorno la distanza che passa tra l’ideale della prima professione e la
realtà di ogni giorno, fragile e precaria. Rendo grazie al Signore per questa “pochezza”
che mi rende umile e povero per accogliere la misericordia di Dio, confidare
nella preghiera e comprensione dei confratelli con i quali condivido, come
discepolo di Cristo, “gioie e speranze, tristezze e angosce” (GS 1)».
Due anni dopo
questa attestazione di fiducia nella misericordia di Dio, p. Romualdo ci ha
lasciato.
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