venerdì 9 agosto 2024

Con la Famiglia monastica di Betlemme

Le brume coprono ancora le rocce del Massiccio della Certosa, nel sud della Francia. La campana chiama a raccolta per la preghiera del mattino. Il villaggio silenzioso, appena svegliato, ha un fremito e si anima di monache svolazzanti come angeli nei loro abbondanti abiti bianchi.

Il monastero della Famiglia monastica di Betlemme è proprio un piccolo villaggio con la chiesa, una ventina di eremitaggi, i sentieri, i servizi comuni, la tipografia, i laboratori, la casa con le celle… Ogni angolo è arredato con gusto, sobrietà. Un muro lo separa dalla strada, che termina qui per continuare come sentiero che sale sulla montagna. Il muro che custodisce il monastero si erge soltanto lungo la strada, per il resto la clausura è assicurata dal bosco. 40 le monache che pregano, lavorano, accolgono e accompagnano persone in ricerca di solitudine, di identità, d’unione con Dio... La loro liturgia ha un sapore orientale.

Come l’anno scorso sono di nuovo qui per accompagnarle nello studio delle fonti in due giorni di seminario. Presenti anche alcuni dei monaci del vicino monastero maschile. Durante l’anno siamo rimasti in contatto per portare avanti il lavoro.

Tutto è iniziato perché un paio di loro hanno seguito i miei corsi a Roma e hanno finito col trascinarmi qui dopo una pubblicità spietata presso questa e altre comunità. I frutti del lavoro di questi anni cominciano a farsi vedere: più curati nelle introduzioni, nelle annotazioni, nella collocazione storica…

Così sono obbligato a leggere i loro lavori, gli scritti della fondatrice… Ho studiato in particolare i testi riguardanti l’esperienza fondante, risalente al 1949-1950, che contiene in nuce i principali aspetti che daranno vita alla Famiglia carismatica. Ancora una volta è il Vangelo che si fa vita.

Quante realtà belle e nascoste ci sono nella Chiesa. Le monache di questa famiglia sono 500, ormai sparse in varie parti del mondo, e monaci 30 soltanto, ma sono di nascita più recente. Dio è sempre al lavoro…



Ho appena parlato con la suora che mi porta il cibo nella mia casetta: luminosa, piena di gioia, contenta della sua vita, in una preghiera diffusa che l’accompagna mentre fa da mangiare, mentre apre la porta agli ospiti, mentre cammina lungo i sentieri del villaggio…

Un’oasi di pace, questa? Sì, ma con le porte e il cuore aperti verso un’umanità sempre meno umana: vivono e pregano per tutti, in una lode e intercessione perenni.

 


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