Stefano Bandinelli ha
scritto su “Toscana oggi”:
A fine settembre esce
il nuovo libro di padre Fabio Ciardi. S’intitola “Il cielo dentro di me” ed è
la seconda puntata di un’immersione nell’esperienza del deserto; non a caso il
sottotitolo è “Parole dal silenzio del deserto”. (…)
“Questo nuovo libro –
spiega padre Fabio – è la continuazione del viaggio iniziato con il volume del
2014. Il mondo dei padri del deserto è affascinante. Sembrano persone fuori dal
tempo e dalla storia, ma hanno una profondità umana così viva che sono di un’attualità
straordinaria. Il deserto li prosciuga e li fa arrivare all’essenziale;
ritrovano la loro umanità al di là delle maschere perché non ci si può più
nascondere né davanti a se stessi né davanti a Dio. Nei padri del deserto c’è l’emergere
dell’umanità in tutta la sua verità. Il secondo elemento che affascina di
queste figure è la scoperta progressiva di Dio. Il deserto cancella gli idoli e
appare chiaramente Dio; non è un caso che le grandi figure della Bibbia siano
tutte legare al deserto, Io sono andato alla ricerca dei detti di apa
Pafnunzio; apa vuol dire padre che è una parola copta con la stessa derivazione
di abbà. Si tratta di un padre del deserto marginale, quasi sconosciuto. Il nome
esatto sarebbe Pafnuzio; io ci ho aggiunto una enne, quindi è uno che non esiste,
ma che mi assomiglia molto, quasi fosse uno pseudonimo, perché è molto moderno
e va avanti con grande fiducia nell’amore di Dio nonostante i suoi limiti e le
sue debolezze”.
Che differenza ci
sono tra i due libri su apa Pafnunzio?
“Nel primo volume ho
inserito non solo frasi particolari, ma anche sintesi di piccole esperienze
prese da racconti su di lui. Poi ho continuato a raccogliere altri aneddoti che
svelano delle situazioni di vita, delle tensioni interiori e così via e mi sono
ritrovato ad avere materiale per una nuova raccolto che il mio editore, Città
Nuova, ora pubblica in questo libretto. Sono soprattutto gli ultimi anni di
questo apa che gettano uno sguardo sul cammino fatto e su quello che l’attende
Così lascia parlare il cuore nella verità. E a verità ci fa liberi”.
In copertina avete
messo la foto di un uomo di spalle che si inoltra nel deserto. Chi è quell’uomo?
“Sono io. Siamo nel
deserto del Sahara occidentale, in Marocco. Sono stato lì a febbraio a visitare
una nostra comunità di Oblati di Maria Immacolata che è l’unica presenza cristiana
in quella regione che è grande come l’Italia. Ci sono due gruppi di Oblati che
vivono a 500 chilometri di distanza e si incontrano ogni dieci giorni in una
comunità o a metà strada. Gli Oblati sono lì da 70 anni pur non avendo mai
potuto avere nessuna conversione, altrimenti avrebbero rischiato la testa sia
loro che dei convertiti, però è una presenza bella che testimonia Gesù. Sono
stato lì ad animare gli esercizi spirituali e questo mi ha dato modo di
inoltrarmi un po’ nel deserto per gustare quell’immensità straordinaria”.
Padre Fabio, è vero
che sta lavorando a un progetto tutto pratese?
“Io sono molto legato
a Prato dove torno appena posso a trovare sorelle, nipoti, pronipoti. E poi mi
piace passeggiare per le vie del centro e fermarmi nei miei luoghi come la
basilica di Santa Caterina e la cappella del Sacro Cingolo così da gustarmi la
città. Da poco in effetti sto preparando un itinerario alla scoperta dei santi
pratesi della storia, che sono tanti. Ho già cominciato a fare il catalogo:
dovremmo partire dal beato Pietro vissuto in Vallata intorno all’anno 1000 e
poi via via in avanti nei secoli sino ai più recenti. Porterò la mia famiglia
in questi luoghi e racconterò loro la vita di questi santi e beati e speso ne venga
fuori una nuova bella storia” (…)
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