Sono 10 anni
dalla morte di p. Ettore Andrich. Pr l’occasione Alberto Gnemmi ha pubblicato la
sua biografia: Con il Cielo nell’anima. Padre Ettore Andrich omi
(1942-2014). Ritratto imperfetto di un missionario quasi perfetto.
È un ritratto
perfetto. Almeno a me così pare.
Il 15
settembre, in occasione del suo funerale, scrissi: “Persone come Ettore non
muoiono mai. Rimangono”.
Allora, a commento di un mio blog, un lettore anonimo mi scrisse:
«Sì, è proprio vero quello che dici!
Persone così restano per sempre vive! La sera del 12 settembre, insieme alle lacrime che scendevano a fiumi, per l'immensa gratitudine per il dono che p. Ettore è stato nella mia vita, in questi anni trascorsi a Firenze, sono sgorgate delle parole dal cuore, che ho sentito di dover scrivere subito! La una melodia ha continuato a rimanermi in testa: un dono, perché non so scrivere né leggere musica, né suonare! All'inizio mi pareva di dirle a lui, ma poi mi sembrava che p. Ettore parlasse con Gesù! E Gesù con lui!:
Parlo con te e
canto
Canto con te,
col sorriso e nel pianto!
Vivo con te e
tu in me!
La Vita
riaccendi, mentre tu ti spegni.
Non si fermerà
questa volontà
di incendiare
il cuore dell'umanità!
È l'Amore che
tu riversi in me:
io l'accolgo e
già accolgo te!
Niente mai
potrà più dividerci:
unica realtà,
nuova Umanità!
Penso che p. Ettore me le ha suggerite, come a dire "Vivo!"».
È una testimonianza intensa, che lascia intuire chi era davvero p. Ettore.
L’ho conosciuto a Vallada nell’estate del 1968. Non aveva ancora la barba ed era un giovanottino come noi. Abbiamo vissuto insieme per un anno a san Giorgio Canavese, nel 1968-69, io studentello di filosofia, lui all’ultimo anno di studi. L’ho costantemente accompagnato, come autista, nelle tournée del complesso musicale “Bingo”. Mi ha iniziato alla pastorale portandomi regolarmente con sé a Montaldo Dora…
Spensierato,
poeta, con la musica nel sangue: un artista. Sognatore, sempre incantato,
perennemente innamorato, sempre insoddisfatto e quindi sempre proteso in
avanti. Già allora nasceva la sua leggenda, che è venuta arricchendosi col
volgere degli anni.
Adesso, leggendo il libro di p. Alberto, si è confermati sulla grandezza di questo missionario straordinario.
Il 15 agosto a
Vallada ci sarà la presentazione del libro. Dovrò guidare la tavola rotonda. Da
parte mia vorrei mettere in rilievo:
- la figura
umana, così come è bene decritta del libro, ricca, poliedrica, spigolosa,
affascinante…
- la passione
per la missione
- l’insoddisfazione
come molla di una ricerca costante, sempre innovativa, nella volontà di offrire
risposte adeguate al continuo cambiamento della società.
Il libro offre
anche un concreto e documentato quadro storico sociale, ecclesiale, oblato, di
grande interesse.
Il libro
infine non parla soltanto di Ettore, parla molto anche di p. Alberto, di come
egli vede il mondo attorno a sé, di come intende la vita consacrata, la vita
missionaria: un ritratto e un autoritratto. Con tanta sapienza, suscitando la voglia
dell’emulazione.
Grazie P Fabio,mi sento più vicina a DIO e ai fratelli,, che storie,stupende...
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