venerdì 2 agosto 2024

La Scuola Abbà, cenacolo di santità

 

Ieri sera, disteso sul prato, testa all’insù, ho seguito lo spettacolo del montare dei nuvoloni neri e dei lampaneggi lontani. Abbiamo dovuto aspettare questa sera perché il cielo si rovesciasse con violenza sulla terra. Ora è tornata la pace…

Intanto racconto ai vescovi qualche stralcio di storia della Scuola Abbà.

Per comprenderne le origini occorre risalire a quel fatidico 1949, anno in cui iniziò un periodo di grazie particolari, che a Chiara ricordavano quelle ricevute da grandi fondatori come Benedetto, Ignazio di Loyola, e altre persone scelte da Dio per svolgere una missione particolare nella Chiesa e nel mondo.

A mano a mano che procedeva in quella esperienza di luce annotava quanto comprendeva e viveva. Poi quelle carte le sembrava potessero diventare un ostacolo al cammino di quanti la seguivano: ci si poteva “attaccare” ai testi piuttosto che viverne il contenuto, o potevano essere fraintese, perché molto ardite. Di fatto furono messe da parte e lei le ritenne sparite per sempre.


Al di là delle carte quell’esperienza di luce è rimasta come un tesoro di famiglia, una fonte di ispirazione per l’azione, il pensiero, l’insegnamento di Chiara lungo tutta la sua vita. Da quanto aveva “visto” e sperimentato nello splendore della luce di Dio attingeva le linee guida e l’orientamento della sua Opera che si andava costruendo, diffondendo, consolidando negli anni. Era cosciente che da quell’esperienza ne sarebbe nata anche una dottrina. Non a caso le sono stati conferiti numerosi dottorati “honoris causa”, dalle Scienze Sociali a Lublino, alle Scienze delle Comunicazioni Sociali a Bangkok, in Teologia a Manila e a Taipei, in Scienze Umanistiche in USA, in Filosofia in Messico, e poi per altre discipline a Buenos Aires, a San Paolo e a Recife in Brasile, soltanto per ricordare i primi riconoscimenti.

Quando, verso la fine degli anni Ottanta, il teologo e vescovo mons. Klaus Hemmerle chiese di poter accedere all’esperienza del ’49 come a luogo fontale del carisma dell’unità e della nascita dell’Opera di Maria, Chiara avvertì che era arrivata l’ora che quel patrimonio di sapienza fosse esaminato, ordinato, e studiato in profondità. Tra la fine del 1990 e l’inizio del 1991, riunisce attorno a sé i primi studiosi: don Pasquale Foresi, Giuseppe Zanghì, Marisa Cerini, il francescano Andrea Balbo, Piero Coda. Presto si aggiunge lo stesso mons. Hemmerle. Nasceva quella che Chiara chiamò la “Scuola Abbà”. “Abbà”, Padre, era stata la prima parola che ella aveva pronunciato all’inizio della sua esperienza mistica; una parola con la quale era entrata nel seno del Padre, nel Paradiso.

Dopo un periodo di sospensione, iniziato nel 1992 e dovuto alla salute di Chiara, i lavori ripresero nel febbraio 1995 con l’arrivo di nuovi membri: c’ero anch’io fra essi… Attraverso l’interazione tra i membri del gruppo ella ha potuto annotare le sue antiche carte e arricchirle con commenti, sviluppi, precisazioni; caso raro o forse unico che la scrittura di una esperienza mistica sia letta, riletta e commentata a distanza di tempo dalla persona che l’ha vissuta e scritta.

Da parte loro i componenti la Scuola Abbà hanno pubblicato numerosi contributi sulla dottrina che emerge da quella esperienza. Ma oltre ad approfondire i testi e farne emergere la dottrina, il gruppo vuole compiere un percorso di vita per essere un autentico “Cenacolo di santità”, come Chiara auspicava proponendo un programma alto ed esigente come la sua esperienza. Quando il 29 novembre 2003 ella iniziò di nuovo la lettura del suo libro, intitolato Paradiso ’49, scrisse sulla prima pagina: «Questa volta lo leggiamo allo scopo di convertirci, traducendolo in vita. Dobbiamo far in modo che la Scuola Abbà diventi Paradiso. Fra il resto, solo così si capiscono i contenuti di questi volumi».

L’ultimo incontro di Chiara con il gruppo si tenne il 18 settembre 2004. Dopo la sua morte, la Scuola Abbà ha continuato il suo lavoro, fino ad adesso, anche se con modalità sempre nuove.

1 commento:

  1. Bellissimo! È sempre emozionante partecipare dalla vita di Chiara, una brezza leggera che ci fa una carezza nel momento presente della nostra vita e ci incoraggia ad andare avanti. Grazie per la condivisione.

    RispondiElimina