Alassio. Sono mai
stato ad Alassio? Non ricordo. Ho chiesto al mio computer che ha una memoria
migliore della mia e mi ha mostrato due righe che avevo scritto il 14 giugno
2011: «“Se cerchi un ideale, eccolo, se vuoi amore, eccolo; se vuoi un modello,
eccolo”. Sono le parole che Teresa Candamo Alvarez Calderón udì provenire
da un grande Crocifisso, mentre entrava in una chiesa ad Alassio, all’inizio
del 1900». Di questa peruviana venuta in viaggio in Europa e divenuta
fondatrice non sapevo niente. Ne venni a conoscenza soltanto in quei giorni
leggendo un esame scritto di uno dei miei tanti studenti….
Chissà qual era quella chiesa di Alassio. Oggi non ho avuto tempo di andare per chiese, però una passeggiatina presto presto me la sono concessa, quanto basta per indovinare che Alassio è proprio una bella cittadina, tranquilla, con un lungomare meraviglioso. “Città degli innamorati”. Chissà perché la chiamano così. Seduti sul lungo “muretto” che si snoda lungo la strada davanti al municipio, ricco di firme di cittadini e visitatori illustri, c’è anche una coppia di innamorati a ricordare che la vita è comunque bella.
Sono arrivato tardi ieri sera, con un volo da Fiumicino e sono già di ritorno, dopo poche ore. La memoria – questa volta la mia memoria storica – mi ricorda che qui vicino, a Diano Marina, sorse la prima comunità degli Oblati in Italia nel lontano 1886.
Oggi per me Alassio sono
stati i volti belli di tante famiglie. Ci siamo guardati negli occhi perché il mio
tema era proprio lo sguardo. Naturalmente ho detto le solite cose.
Sembra un paradosso, ma per vedere le cose nella loro realtà più vera, occorre chiudere gli occhi. C’è in noi, nella nostra anima, un occhio interiore che si apre soltanto quando gli occhi del corpo si chiudono. È lo sguardo della mistica. “Mistica” è una parola che indica la realtà più vera, ma letteralmente significa chiudere: chiudere la bocca, chiudere gli occhi all’esteriorità, all’apparenza, a ciò che non è la realtà vera. “Entra nella tua camera e chiudi la porta”, dice Gesù (cf. Mt 6, 6). Entrando dentro me stesso, chiudendo la porta – la bocca, gli occhi – posso trovare in me la realtà del Cielo. È il passaggio dall’esteriorità all’interiorità, dalla terra al cielo. È entrare nel mondo della contemplazione, della preghiera.
È quello che faceva Gesù quando di notte si ritirava da solo a pregare. Cosa faceva? Entrava nella sua “camera”. Quando rientrava in sé stesso non entrava in una solitudine glaciale, tornava “a casa” e ritrovava il suo Cielo, nell’intimità con il Padre e lo Spirito, con gli angeli e i santi… Tutto il giorno era indaffarato in mezzo alla gente a parlare, a guarire, a combattere con quanti lo contraddicevano..., sempre con lo sguardo aperto, attento a tutti... La sera aveva bisogno di chiudere gli occhi e gli si accendeva lo sguardo vero, che gli faceva coglieva il disegno di Dio sulle folle e gli dava una forza nuova per andare verso di esse e guardarle con amore nuovo.
Così noi. Anche noi abbiamo bisogno di purificare il nostro sguardo, di ritrovare occhi nuovi, per acquistare
lo sguardo vero sulle cose, per vederle come le vede Dio, lui che le ha
plasmate.
Non rimaniamo ad occhi chiusi. Li chiudiamo perché il nostro sguardo non coglie la verità delle cose. È come certi turisti che vedo a Roma: vanno in giro facendo continuamente le foto, e non hanno tempo per guardare; pensano a fare le foto, ma non si fermano a guardare. Chiudiamo gli occhi per acquistare un occhio puro.
C’è ancora un ulteriore
modo per vivere l’interiorità, la mistica. Possiamo farlo insieme. Quando ci
troviamo tra di noi lasciamo che tutto il resto si eclissi e diamo spazio alla
presenza di Dio tra di noi. Come è successo, ad esempio, ai due discepoli di
Emmaus. Avevano uno sguardo molto negativo sulla situazione. La presenza di
Gesù tra loro ha capovolto il modo di vedere le cose, ha dato loro uno sguardo
nuovo, li ha riempiti di gioia e subito hanno comunicato a tutti quella nuova
visione della realtà.
Gesù fra noi ci dona il suo sguardo, che infonde la sapienza, la capacità di lettura dei segni dei tempi, di cogliere i disegni di Dio, e apre le vie per la loro attuazione. Dopo che siamo stati insieme tra di noi – quando si instaurano rapporto autentici di amore scambievole – ci nasce una nuova gioia, uno sguardo positivo, il desiderio di ricominciare...
Ed eccomi già sul treno del ritorno mentre sul mare il sole tramonta a ricordarmi che anche oggi ho percorso una nuova tappa verso la meta.
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