Un seminario alla
Gregoriana sulla comunione tra i carismi... E proprio oggi mi imbatto in un
altro incontro, tra superiori e alle superiore generali di istituti fondati
dagli Oblati di Maria Immacolata, promosso da p. Marcello Zago nel 1991. Il 26
aprile Papa Giovanni Paolo II tenne loro un bel discorso, auspicando «che siano
moltiplicati i frutti di comunione e di collaborazione tra le diverse famiglie,
per un approfondimento del comune carisma».
Accanto al discorso
del Papa L’Osservatore Romana pubblicava anche un articolo dal titolo “Apostoli che abbracciano la terra intera” di p. Gaetano Liuzzo
che raccontava del convegno. Mi piace rileggerne almeno una parte:
Rappresentano i 14.000 consacrati i 26 superiori generali
che dal 22 al 27 aprile si incontrano a Via Aurelia 290, Roma, nella casa
generalizia dei Missionari Oblati di Maria Immacolata (O.M.I).
È il primo congresso di rappresentanti al massimo livello
degli Istituti collegati agli OMI per fondazione o spiritualità. È stato voluto
da P. Marcello Zago, superiore generale O.M. I., come un incontro di famiglia.
Ha lo scopo di approfondire una reciproca migliore conoscenza, ringraziare Dio
per o tanti doni concessi e ridare nuovo slancio ai singoli carismi perché
esprimano sempre più vivamente la ricchezza del mistero di Cristo e la sua
missione salvifica. Si sta svolgendo in un clima di gioiosa fraternità,
caratteristica dello “stile Oblato”.
Dalla loro approvazione pontificia, avvenuta nel 1826, gli
OMI hanno svolto un’intensa attività missionaria — sono i «Missionari di
tutti i climi» — che li ha coinvolti in maniera rilevante, spesso decisiva,
nella nascita (o rinascita) e nella spiritualità di 43 Istituti: 14 nel secolo
scorso, 11 nella prima metà dell’attuale e 18 nella seconda.
Geograficamente tali
Istituti germogliano in 4 continenti: 11 in Europa (9 in Francia, 1 in Belgio
e 1 in Italia); 15 in America (14 nel Canada e 1 negli Usa), 10 in Asia (6 a
Sri Lanka, 2 nelle Filippine, 1 nel Laos e 1 in India); 7 in Africa (6 nel Sud
Africa e 1 in Namibia).
Giuridicamente
possono essere di diritto pontificio o diocesano come Congregazioni o Istituti
secolari; e assumono i voti o almeno le «promesse».
La maggior parte sono femminili (31); 12 i maschili. Alcuni
di questi ultimi comprendono sacerdoti e laici e, talora, anche coppie di
sposi in qualità di «associati» o «Ausiliari».
Vasto è il ventaglio delle loro finalità: 3 sono
contemplativi (1 nel Canada e 2 a Sri Lanka: i Rosariani e le Rosariane del P.
Thomas, morto nel 1964); 12 sono spiccatamente missionari che diffondono la
fede con tutti i mezzi, anche con la radio; 15 si dedicano alle più svariate
opere scolastiche e educative; e 13 ad opere sociali in favore dei più.
bisognosi, detenuti, orfani, giovani ciechi, handicappati, malati (anche a
domicilio), domestiche e lavoratrici.
La loro vitalità è permanente. Su 43 solo 2 sono
estinti, uno nel secolo scorso (Frères de N.D. de Bon Secours, 1853-1860) e
uno recente (Compagnie de M.I. per indiane e meticce, 1961-1967); due femminili
sono confluiti nella Santa Famiglia e due maschili dello Sri Lanka si sono fusi
con altri Istituti. Gli altri 37 continuano a fiorire, pur tra le difficoltà
di reclutamento in seguito alla nota crisi vocazionale.
Quanto al numero di membri, molti sono ancora
modesti, altri ne hanno varie centinaia, come le OMMI (Oblates Missionnaires de
Marie Immaculée, fondate da P. Parent OMI nel Canada e diffuse in tutto il
mondo); qualcuno arriva a 2.300 (Soeurs des ss. Noms de Jésus et de Marie, di
origine canadese).
Quelli fondati direttamente da qualche missionario OMI sono
24, tutti all’opera eccetto uno (l’accennata Compagnie de Maire Immaculée).
L’impronta della spiritualità OMI,
cristocentrico-missionaria, è visibile soprattutto in alcuni Istituti che la
tratteggiano nelle loro Costituzioni. Ma è particolarmente evidente negli
Istituti sorti inizialmente dall’AMMI (Associazione Missionaria Maria
Immacolata), come le Apostoliques nate a Lione nel 1926, e le COMI
(Cooperatrici Oblate Missionarie dell’immacolata) avviate in Italia nel 1951,
che hanno fatto proprio il carisma degli OMI.
La «singolare devozione a Maria» voluta dal B. Eugenio per
gli OMI è patrimonio comune di tutti gli Istituti suddetti. Anzi per 25 di essi
è iscritta nel loro stesso nome.
L’ardente spirito del B. Eugenio de Mazenod — la cui effigie
campeggia nella sala del Congresso — aleggia suadente e forte per irradiare
il suo anelito missionario di portare in tutto il mondo l’amore salvifico di Cristo,
con particolare preferenza per i più poveri e abbandonati.
E mi sembra che vada ripetendo a tutti i congressisti, con
umile fierezza e a gloria di Dio, quel che scriveva nel 1852: «Noi
abbracciamo la terra intera per mezzo di apostoli il cui zelo e sacrificio mi
strappano lacrime di gioia e di tenerezza».
La terra intera: in tutti i climi, per tutti gli uomini e
per tutte le necessità spirituali e materiali.
Nessun commento:
Posta un commento