Sono circa 200 i santi e i beati che ci hanno preceduto in questo pellegrinaggio a Loreto. Tra i più celebri Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Roberto Bellarmino, Luigi Gonzaga, Francesco di Sales, Lorenzo da Brindisi, Camillo de Lellis, Giuseppe Calasanzio, Louis-Marie Grignion de Montfort, Paolo della Croce, Alfonso Maria de Liguori, Sophie Barrat, Giovanni Bosco, Teresa di Gesù Bambino. Nel novembre del 1939 Chiara Lubich ricevette nella Santa Casa l'ispirazione soprannaturale di fondare i Focolari.
Tra i tanti santi è venuto in pellegrinaggio anche sant’Eugenio. Il 7 maggio 1826 scrive da Loreto a p. Tempier:
Dalla
Madonna di Loreto, 7 maggio 1826
Senza essermi avvicinato molto a voi sono tuttavia a 172 miglia da Roma, da dove son partito il giorno dell'Ascensione [4 maggio], all'una del pomeriggio, col calessino del servizio postale. Il viaggio è stato ottimo e rapido perché sono arrivato ieri [6 maggio] alle undici del mattino. Ci eravamo fermati a Macerata abbastanza a lungo perché potessi celebrare presso i Signori della Missione (…).
Stamane
ho avuto la consolazione di offrire il santo sacrificio nella casa a noi così
cara dove il Figlio di Dio s'è incarnato; non è un palazzo, ma in compenso
ispira sentimenti che non si sperimenterebbero nei palazzi dei grandi della
terra. Quando si dice messa in questo luogo santo si vede arrivare con gioia il
momento in cui Gesù ricompare nella dimora in cui è vissuto durante il suo
passaggio quaggiù. (…) Domani spero ancora di celebrare nella Santa Casa (…).
Poco
fa mi sono presentato a mons. Vescovo, sant'uomo di 87 anni, di salute robusta,
dovuta certamente all'abitudine acquisita da gran tempo di fare ogni giorno
almeno tre o quattro chilometri. (…)
Tutti
i nostri amici non saranno sorpresi ch'io fin da ieri mi sia interessato di
loro nella santa casa, formulando una preghierina speciale per ciascuno di
essi. Sono andato via quando la stanchezza mi ci ha costretto. La pietà dei
fedeli, che vanno e vengono dalla cappella e non ne escono senza aver baciato
le mura ripetutamente con una dimostrazione di affetto commoventissima, ispira
un non so che di tenero e invita a immedesimarsi dei loro sentimenti.
La
Santa Casa sta al centro della chiesa. Nella sua parte interna è tale e quale
vi fu portata dagli angeli; si vedono i muri di mattoni lungo tre lati della
casa; il fondo dietro l'altare dove è stato ricavato un piccolo santuario è
interamente ricoperto di lamine una volta d'argento; oggi purtroppo credo che
siano di latta molto lucida. Lì si trova il camino dove la madre di Dio preparava
poveramente il solito pasto della Sacra Famiglia. La santa casa è racchiusa
come in una fodera di marmo, perché la parte esterna visibile dalla chiesa è
interamente ricoperta di marmi e di statue di profeti e sibille, oltre che da
bassorilievi raffiguranti diversi episodi della vita della Madonna, come la
Presentazione al tempio, ecc.
Dopo
la messa fanno scrivere su un registro i nomi di coloro che han celebrato (…).
Poi sono entrato nel tesoro. C'è di che piangere; si vedono sparsi qua e là un
po' di calici e di ostensori, perle e diamanti; ma i grandi armadi che
contenevano tante ricchezze, candelieri e lampade d'oro d'ogni sorta, oggi
contengono solo candelieri di legno e paramenti molto comuni.
La sala dove scrivo si sta riempiendo di canonici; non mi è possibile continuare. (…) Addio a tutti e al mio caro zio al quale vi prego di far notare l'abitudine del vescovo di Loreto. Vi abbraccio tutti di vero cuore. Date mie notizie a mamma e a tutta la famiglia che per me è stata così vicina nella santa casa. Partirò martedì, spero di festeggiare le solennità di Pentecoste a Milano. Addio.
Durante il nostro viaggio tra Roma e Loreto, sosta da San Gabriele dell’Addolorata sul Gran Sasso.
Venni qui la prima volta il 19 gennaio 2014 con Luigino Bruni. Ci aspettavano i suoi genitori con un memorabile pranzo a sacco.
https://fabiociardi.blogspot.com/2014/01/la-gioia-di-san-gabriele-delladdolorata.html
Il giovane rettore del santuario ci ha accompagnato nella scoperta di questo giovane grande santo. Tra tutte le meraviglie di grazia mi ha colpito un particolare piccolo piccolo: un foglio con le caricature dei suoi compagni di scuola, proprio come un vero vignettista, pieno di humor. Simpatico un santo che scherza con i suoi compagni. Non credo che i Passionisti abbiano mai fatto una “immaginata” con la riproduzione di quegli schizzi, ma ne varrebbe la pena per far capire che tipo era. Certo era anche un tipo da cambiarsi il nome fa Francesco in Gabriele dell’Addolorato per rivivere tutta Maria, dal momento dell’annunciazione dell’angelo Gabriele a quello della condivisione della passione del figlio Gesù.
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