Una parola che non va troppo di
moda. Si vuole affermare la propria idea e più è debole e più va gridata. Senza
ascoltare l’altro, senza cercare di intendere le sue ragioni. L’altro sbaglierà
pure, ma almeno cerchiamo di capire perché la pensa così, o almeno ascoltiamo
con sincerità, senza filtri, cosa pensa. Intendersi: io mi protendo verso di te
e tu verso di me, con empatia, perché vogliamo che
tra di noi ci sia una comprensione profonda, vogliamo “intenderci”. È la ricerca di
una vicinanza, di una prossimità che ci fa entrare nel mondo l’uno dell’altro,
con scambio di interessi, problemi, esperienze. A volte basta uno sguardo
d’intesa, quasi una complicità: compagni di viaggio…
Chissà se poi non possiamo giungere a
prendere insieme una decisione, a programmare un progetto comune e
possibilmente a muoverci nella medesima direzione, o almeno a seguire con stima
e amore le strade diverse che prendiamo: sappiamo almeno dove l’altro sta
andando e lo seguiamo con affetto, pur nella divergenza di idee e di strade. Se
la “tensione” verso l’altro e l’apertura ad essere raggiunto dall’altro sono
veri scatta poi un di più, una presenza nuova tra di noi, che ci supera e ci
avvolge. Provare per scoprirla.
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