Quanto superficiali quei giornalisti che, a una madre
alla quale hanno massacrato il figlio, domandano con disinvoltura: “Lei
perdona?”. Come se il perdono fosse la cosa più naturale di questo mondo e non
costasse niente. È molto più naturale la vendetta, già proclamata da Lamec
nella notte dei tempi: “Sette volte sarà vendicato Caino, / ma Lamec settantasette”.
I figli di Lamec sono ancora tra noi e si tramandano di generazione in generazione
l’odio e le faide familiari.
Gesù ha interrotto la tradizione umana opponendo settante
volte sette perdoni alle settantasette vendette.
Ma come è difficile entrare in questa logica del dono
generoso, del superamento del dovuto: “Non dovevi anche tu aver pietà del tuo
compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Il perdono non va in automatico.
Occorre educare il cuore in un esercizio quotidiano per vedere l’altro con
occhi nuovi, con gli stessi occhi di Dio, così da scorgervi il disegno che egli
hai su di lui. Occorre allenarlo a quell’amore che “tutto scusa, tutto crede,
tutto spera”. Occorre il cuore stesso di Gesù per essere come lui “mite e
umile di cuore”.
La parabola più bella non è quella del re compassionevole
che ascoltiamo nel Vangelo di oggi, ma quella che Gesù ci fa vedere quando,
lassù sulla croce, a un’ingiustizia mai perpetrata a tale estremo – uccidere
Dio – egli ha risposto perdonando i tuoi uccisori. Non è debolezza il perdono,
è coraggio.
E non si può perdonare senza avere sperimentato il
perdono a nostra volta. Occorre vivere prima la beatitudini dell’essere
perdonati: «Beati quelli le cui iniquità sono state perdonate e i peccati sono
stati ricoperti» (Romani 4, 7); «Beato l’uomo al quale il Signore non
mette in conto il peccato!» (Romani 4, 8). Accettare il perdono di Dio è
forse una delle cose più difficili. Il pensiero dei peccati torna tante volte e
toglie la gioia di andare avanti liberi. Ripiega su sé stessi invece di aprire completante
agli altri e al futuro di Dio. Occorre credere nell’Amore, che si manifesta
nella misericordia.
Riconoscere con sincerità il nostro peccato, confessarlo
con fiducia, e subito accogliere con gratitudine il perdono, ci abilita a
perdonare a nostra volta.
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